Anche quest’anno Physical Pub organizza il Mese dello Spazio: una serie di conferenze, laboratori, cineforum e concerti dedicati al fascino dell’Universo, con nomi come Massimo Polidoro, Luca Perri, Giulio Magli, Giulia Malighetti, Luna Rampinelli, Aniello Mennella, Sonia Spinello, Eugenia Canale e Manuel Consigli, realizzata grazie al supporto del Comune e della Biblioteca di Segrate.
Il 23 novembre alle 18, all’Auditorium Centro Verdi, ci sarò anch’io, per parlare di ricerca della vita extraterrestre (quella seria, non quella dei fufologi).
Tutti gli incontri sono gratuiti e ad accesso libero, fino ad esaurimento dei posti; chi ha piacere può lasciare una donazione a PhysicalPub. Ove possibile vi saranno firmacopie e gadget astronomici. Io porterò qualche copia di Carrying the Fire – Il mio viaggio verso la Luna (la traduzione italiana dell’autobiografia dell’astronauta lunare Michael Collins).
L’ESO (European Southern Observatory) ha reso pubblica poco fa la scoperta di un pianeta orbitante intorno alla Stella di Barnard, una nana rossa situata a meno di sei anni luce dalla Terra, che è la stella singola più vicina a noi (le tre stelle che compongono il sistema di alpha Centauri sono ancora più vicine, ma sono appunto un sistema triplo). Ci sono inoltre indizi di altri tre possibili esopianeti in orbita intorno alla Stella di Barnard.
L’esopianeta appena annunciato ha una massa almeno pari a metà di quella di Venere e la sua orbita dura poco più di tre giorni terrestri. È uno dei più piccoli esopianeti mai trovati.
La scoperta è stata presentata nel paper scientifico “A sub-Earth-mass planet orbiting Barnard’s star” che verrà pubblicato su Astronomy & Astrophysics (https://www.aanda.org/10.1051/0004-6361/202451311).
Grazie alla sua relativa vicinanza, la Stella di Barnard è un obiettivo primario nella ricerca di esopianeti simili alla Terra. Nel 2018 era stato annunciato un possibile rilevamento, ma finora non erano mai giunte conferme.
L’annuncio è il risultato di osservazioni compiute nel corso degli ultimi cinque anni usando il telescopio VLT dell’ESO, situato all’osservatorio del Paranal in Cile. “Anche se ci è voluto molto tempo, siamo sempre stati fiduciosi di poter trovare qualcosa” ha dichiarato Jonay González Hernández, ricercatore presso l’Instituto de Astrofísica de Canarias in Spagna, autore principale del paper. La sua équipe si è dedicata alla ricerca di segnali della presenza di esopianeti nella cosiddetta zona abitabile o zona temperata della Stella di Barnard, ossia la gamma di distanze alle quali può esserci acqua liquida sulla superficie di un eventuale pianeta.
Le nane rosse, come la Stella di Barnard, sono fra i bersagli preferiti degli astronomi perché è più facile rilevare la presenza di un pianeta roccioso di massa modesta intorno a una nana rossa che intorno a una stella più grande, simile per esempio al Sole. Questa maggiore facilità è dettata da due motivi:
la zona temperata di una nana rossa è molto più vicina alla stella rispetto a quella di una stella come il Sole e quindi eventuali pianeti che dovessero orbitare nella zona temperata avrebbero un periodo orbitale breve, che consentirebbe agli astronomi di osservarli nel corso di giorni o settimane anziché anni;
le nane rosse, avendo una massa molto minore di quella del Sole, sono maggiormente disturbate dall’attrazione gravitazionale dei loro eventuali pianeti e quindi hanno un’oscillazione più grande e più facilmente rilevabile.
L‘esopianeta appena scoperto è stato chiamato Barnard b secondo la consuetudine che prevede che i pianeti prendano il nome della loro stella seguito da una lettera in ordine di scoperta, partendo dalla B.
Barnard b sta venti volte più vicino alla propria stella rispetto alla distanza Mercurio-Sole, orbita in 3,15 giorni terrestri e ha una temperatura alla superficie di circa 125 °C, perché è al di fuori della zona temperata nonostante la sua stella abbia una temperatura inferiore di circa 2500 gradi rispetto a quella del Sole.
I ricercatori hanno usato ESPRESSO, uno strumento in grado di rilevare le minutissime oscillazioni di una stella causate dall’attrazione gravitazionale di eventuali pianeti orbitanti. I dati ottenuti con questo strumento sono stati confermati da quelli di altri strumenti altrettanto dedicati alla ricerca di esopianeti, come HARPS all‘osservatorio di La Silla dell’ESO, HARPS-N e CARMENES. I nuovi dati non confermano invece l’esistenza dell’esopianeta segnalato nel 2018.
Ci sono inoltre indizi della presenza di altri tre esopianeti in orbita intorno alla Stella di Barnard, ma sono necessarie ulteriori osservazioni per averne conferma. Anche così, nota Alejandro Suárez Mascareño, altro ricercatore presso l’Instituto de Astrofísica de Canarias e coautore della ricerca, “la scoperta di questo pianeta, insieme a scoperte precedenti come Proxima b e d, dimostra che i nostri dintorni cosmici sono pieni di pianeti di piccola massa.”
L’Extremely Large Telescope (ELT) dell’ESO, attualmente in costruzione, e in particolare il suo strumento ANDES consentiranno ai ricercatori di trovare altri pianeti rocciosi e piccoli come questo che orbitano nella zona temperata intorno alle loro stelle e permetteranno di studiare la composizione delle loro atmosfere.
Informazioni e illustrazioni tratte dal comunicato stampa dell’ESO dell’1/10/2024.
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