È andata in onda stamattina alle 9 una nuova puntata in diretta di Niente Panico, il programma che conduco insieme a Rosy Nervi settimanalmente sulla Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera. La trasmissione è riascoltabile presso www.rsi.ch/rete-tre/programmi/intrattenimento/serotonina oppure nell’embed qui sotto.
La settimana prossima Niente Panico è in pausa e torna per l’ultima puntata della stagione il 16 giugno.
I temi e le fonti della puntata
Il leone marino che sa battere il ritmo meglio degli umani. Un articolo scientifico pubblicato su Scientific Reports descrive Ronan, una femmina di leone marino che ama tenere il ritmo della musica e vive presso il Long Marine Laboratory dell’Università della California, a Santa Cruz, dove i ricercatori hanno esplorato in dettaglio la sua capacità di riconoscere i ritmi anche quando sono inediti, dimostrando quindi la flessibilità di Roman nel riconoscere nuovi ritmi. I ricercatori hanno chiesto a dieci studenti universitari di fare lo stesso, muovendo l’avambraccio al ritmo dei battiti che cambiavano, e Ronan li ha superati tutti (NBC News).
Due parole sul convegno anti fake news di Como.Ho raccontato per sommi capi gli argomenti del convegno e le tecniche per difendersi da social network e disinformazione.
Anniversari: incoronazione della regina Elisabetta (1953); morte di Garibaldi (1882); Festa della Repubblica in Italia e qualche chicca sull’inno di Mameli, diventato inno nazionale italiano ufficiale solo nel 2017.
Un filo interdentale in grado di misurare lo stress. Su Science Daily di fine maggio è stato presentato un filo interdentale che preleva campioni di cortisolo dalla saliva e li usa come indicatori dello stress, che viene quantificato tramite un elettrodo integrato. La tecnologia usata permette di catturare e quantificare numerosi indicatori, come gli estrogeni per monitorare la fertilità o il glucosio per monitorare il diabete, e la facilità d’uso consente di integrare il monitoraggio in molte aree di trattamento.
Perché dopo 2000 anni non sappiamo ancora come funziona il solletico? L’articolo The extraordinary enigma of ordinary tickle behavior: Why gargalesis still puzzles neuroscience pubblicato su Science Advances esplora il mistero del solletico: perché non è possibile farselo da soli, come mai alcuni lo sopportano perfettamente mentre altri gridano di disperazione, e perché in generale siamo sensibili a questo particolare tipo di esperienza tattile, che è una complessa interazione tra aspetti motori, sociali, neurologici, evolutivi e dello sviluppo, spiega la ricercatrice Konstantina Kilteni dell’Università Radboud di Nimega, nei Paesi Bassi. La ricerca mostra anche che le persone con disturbi dello spettro autistico, ad esempio, percepiscono il tocco come più solleticante rispetto alle persone senza questi disturbi dello spettro autistico. Studiare questa differenza potrebbe fornire informazioni sulle differenze tra il cervello delle persone con disturbi dello spettro autistico e quello delle persone senza, e potrebbe aiutare ad acquisire conoscenze sull’autismo. Si sa anche che scimmie come i bonobo e i gorilla reagiscono al solletico, e lo fanno persino i ratti. Ma dal punto di vista evolutivo, qual è lo scopo del solleticare? Kilteni ha un laboratorio del solletico appositamente attrezzato: contiene una sedia con una piastra con due fori. Si mettono i piedi in questi fori e poi un bastoncino meccanico ne solletica la pianta; tutto questo serve a standardizzare i test. Il neuroscienziato registra esattamente ciò che accade nel cervello e controlla immediatamente anche tutte le altre reazioni fisiche, come la frequenza cardiaca, la sudorazione, la respirazione o le reazioni di risata e urla. “Incorporando questo metodo di solleticare in un esperimento adeguato, possiamo prendere sul serio la ricerca sul solleticare. Non solo saremo in grado di comprendere veramente il solleticare, ma anche il nostro cervello”, dice Kilteni.
Una bolla di sapone che dura più di un anno. Sulla rivista Physical Review Fluids è uscito nel 2022 un articolo che racconta il lavoro di un gruppo di fisici francesi dell’Università di Lille, che hanno sviluppato una bolla che non è scoppiata per ben 465 giorni. Le tipiche bolle di sapone che si formano nella vasca da bagno o con il detersivo per i piatti durano solo pochi istanti prima di scoppiare a causa del “drenaggio indotto dalla gravità e/o dell’evaporazione del liquido”, ma adottando un’alta concentrazione di glicerolo, che assorbe acqua dall’aria, si è visto che le bolle riuscivano a compensare l’evaporazione e la presenza delle particelle di questa sostanza ha impedito il drenaggio. A cosa serve una ricerca del genere? Per esempio per trovare nuove tecniche per contrastare l’evaporazione, come nel film lacrimale che riveste l’occhio e che svanirebbe se non contenesse lipidi, o per trasportare ed erogare medicinali nel corpo dei pazienti.
È andata in onda stamattina alle 9 una nuova puntata in diretta di Niente Panico, il programma che conduco insieme a Rosy Nervi settimanalmente sulla Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera. La trasmissione è riascoltabile presso www.rsi.ch/rete-tre/programmi/intrattenimento/serotonina oppure nell’embed qui sotto.
Anniversari: matrimonio di Michael Jackson e Lisa Marie Presley; pubblicazione di Dracula di Bram Stoker; conclusione della missione spaziale Apollo 10.
Perché i gatti sono rossi? Due team di scienziati dell’Università di Kyushu in Giappone e dell’Università di Stanford negli Stati Uniti hanno svelato il mistero del DNA che conferisce ai gatti, in particolare ai maschi, il loro caratteristico colore. A questi mici manca una sezione del codice genetico e quindi le cellule responsabili del colore della pelle, degli occhi e del pelo producono colori più chiari. La ricerca è stata finanziata tramite crowdfunding. Le loro pubblicazioni sono su Current Biologyqui e qui (BBC).
Donna greca chiede il divorzio dopo che ChatGPT “legge” la relazione extraconiugale del marito nella tazza di caffè. Stando perlomeno a quanto racconta il Greek City Times, una donna sposata da 12 anni e con due figli avrebbe chiesto a ChatGPT di interpretare i fondi di caffè in una foto di una tazza bevuta dal marito (secondo la presunta arte divinatoria della tasseografia o tasseomanzia) e l’IA le avrebbe risposto che suo marito aveva una relazione con una donna più giovane, determinata a distruggere la loro famiglia. Di conseguenza, la donna avrebbe immediatamente avviato le pratiche per il divorzio. Stando al marito, non sarebbe la prima volta che sua moglie cade sotto l’incantesimo di una guida soprannaturale: qualche anno fa avrebbe consultato un astrologo e le ci sarebbe voluto un anno intero per accettare che non fosse vero quello che le raccontava.
La fisica dei “fiori” del formaggio svizzero. (Ars Technica). C’è un particolare tipo di formaggio svizzero a pasta semidura, chiamato Tête de Moine (letteralmente “testa di monaco”), di cui sono molto goloso e che si mangia in un modo tutto speciale. Anziché spalmarlo o affettarlo, il Tête de Moine viene solitamente servito raschiando la parte superiore della forma con un movimento circolare utilizzando uno strumento speciale, chiamato girolle, che produce eleganti scaglie sottili e frastagliate, simili a petali arricciati. Secondo un articolo pubblicato sulla rivista Physical Review Letters, questo metodo è esteticamente gradevole e serve a esaltare gli aromi e la consistenza del formaggio, ma è anche un nuovo meccanismo di modellatura che potrebbe un giorno consentire di programmare forme complesse a partire da “un semplice processo di raschiatura”. La loro analisi “fornisce gli strumenti per un migliore controllo della morfogenesi dei trucioli a forma di fiore attraverso la plasticità nella modellatura di altre prelibatezze, ma anche nel taglio dei metalli” (Physical Review Letters, 2025. DOI: 10.1103/PhysRevLett.134.208201).
Il sorprendente legame tra gli escrementi dei pinguini e la formazione delle nuvole. Uno studio pubblicato su Communications Earth & Environment (gruppo Nature) conferma che il guano dei pinguini, specificamente l’ammoniaca contenuta in questi escrementi, innesca una reazione chimica che provoca la formazione delle nuvole. A loro volta, le nuvole possono modificare le temperature locali in Antartide e forse anche il clima globale. Misurando la concentrazione di ammoniaca proveniente da una colonia di 60.000 pinguini di Adelia, è stato rilevato che quando il vento soffiava dalla direzione della colonia, i livelli di ammoniaca aumentavano vertiginosamente, raggiungendo talvolta valori 1.000 volte superiori alla norma. Ma quando i pinguini hanno lasciato la zona per continuare la loro migrazione annuale, il guano che hanno lasciato ha mantenuto i livelli di ammoniaca fino a 100 volte oltre la norma per oltre un mese. L’ammoniaca si mescola con il gas solforoso prodotto dai microrganismi marini, come il fitoplancton, e questa reazione crea particelle di aerosol che si uniscono alle goccioline d’acqua formando delle nuvole. Secondo il British Antarctic Survey, in Antartide vivono circa 20 milioni di pinguini, che producono una grande quantità di escrementi e quindi molte nuvole, che riflettono la luce solare, provocando un significativo raffreddamento del suolo. Il declino delle popolazioni di pinguini potrebbe aggravare il riscaldamento antartico durante l’estate.
È andata in onda stamattina alle 9 una nuova puntata in diretta di Niente Panico, il programma che conduco insieme a Rosy Nervi settimanalmente sulla Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera. La trasmissione è riascoltabile presso www.rsi.ch/rete-tre/programmi/intrattenimento/serotonina oppure nell’embedqui sotto.
Intorno al 2005 la canzone Rhythm Nation di Janet Jackson mandava in crash alcuni laptop Windows a causa di una risonanza strutturale inaspettata. Fu necessaria una modifica apposita di Windows per risolvere il problema, che riguardava solo una specifica marca e solo gli esemplari che avevano un disco rigido a testine, ma la modifica rimase in Windows almeno fino a Windows 7 (The Verge).
19 maggio 1974: Il professore di architettura Erno Rubik realizza un primo esemplare sperimentale in legno di un gioco matematico chiamato inizialmente Magic cube, ma destinato a diventare famoso come cubo di Rubik.
Anniversari: morte di Anna Bolena per decapitazione; inaugurazione del traforo del Sempione; morte di Jacqueline Kennedy; matrimonio di Megan Markle e del principe Harry.
Due utenti dell’Illinois fanno causa a OnlyFans (più specificamente alle società che possiedono questo sito, ossia Fenix Internet, LLC e Fenix International Limited) per averli ingannati: hanno scoperto infatti che invece di chattare con le modelle di OnlyFans alle quali si erano abbonati avevano chattato con addetti di agenzie specializzate che simulavano di essere le modelle in questione. Il fenomeno dei chatter, ossia delle agenzie di chat nei siti erotici a pagamento, è estremamente diffuso, e inoltre molte delle “modelle” sono in realtà immagini e video generati dall’intelligenza artificiale, per cui chi pensa di stabilire un rapporto parasociale privilegiato tramite questi siti rischia di essere ingannato due volte. La causa è diventata una class action (404 Media).
Grattarsi protegge dalle infezioni. Una ricerca pubblicata su Science ha cercato di rispondere a una domanda che circola da tempo: grattarsi spesso peggiora la condizione della pelle, peggiorando infiammazione e gonfiore, eppure gli umani e gli animali hanno tutti un forte istinto di compiere questo gesto e lo trovano piacevole e fonte di sollievo. Questo suggerisce che se questo comportamento è stato selezionato positivamente dall’evoluzione deve fornire qualche beneficio. La ricerca ha dimostrato che grattarsi produce anche una difesa contro le infezioni batteriche della pelle. Secondo i ricercatori, questo gesto fa diminuire la presenza di Staphylococcus aureus (il principale batterio responsabile delle infezioni cutanee) sulla pelle, ma se il grattamento diventa eccessivo e cronico causa ovviamente lesioni, per cui bisogna sì grattarsi, ma nella giusta misura (Gizmodo; Eurekalert).
È andata in onda stamattina alle 9 una nuova puntata in diretta di Niente Panico, il programma che conduco insieme a Rosy Nervi settimanalmente sulla Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera. La trasmissione è riascoltabile presso www.rsi.ch/rete-tre/programmi/intrattenimento/serotonina oppure nell’embedqui sotto.
Scienziati creano un nuovo colore, ma è visibile solo puntandosi uno speciale raggio laser negli occhi (non fatelo!) (BoingBoing / The Guardian / Science Advances). Ricercatori della University of California a Berkeley hanno sparato impulsi laser nei propri occhi per stimolare specifiche cellule della retina, rivelando una sorta di tonalità blu-verde che hanno chiamato “olo”. Gli occhi umani hanno tre tipi di coni, sensibili a lunghezze d’onda lunghe, medie e corte della luce (fondamentalmente le gamme del rosso, del verde e del blu). Questi ricercatori hanno trovato il modo di stimolare tramite laser solo i coni sensibili alle lunghezze d’onda medie, producendo una macchia di colore nel campo visivo grande circa il doppio della luna piena. Questo colore va oltre la gamma naturale perché appunto sono stimolati quasi esclusivamente i coni medi, creando uno stato che la luce naturale non può raggiungere. Il nome “olo“ deriva dal binario 010, a indicare che viene attivato solo uno dei tre tipi di coni (quello per le frequenze medie).
Anniversari di oggi: morte di Perry Como e della nascita di Burt Bacharach, rispettivamente cantante e autore della celeberrima Magic Moments; nascita di Katharine Hepburn (tomba trovata grazie a Findagrave); morte di Mia Martini; uscita del film Pulp Fiction.
Il paradosso del compleanno: sembra impossibile, eppure basta un gruppo di 23 persone per avere il 50% di probabilità che due di esse condividano la data del compleanno. Con 30 persone la probabilità sale al 70% e con 50 tocca addirittura il 97%.
Prendendo il calcio delle ossa di una persona per farne gessetti, quanto si potrebbe scrivere? Secondo questo video su YouTube, che non so quali fonti abbia usato, se estraeste il calcio dalle ossa di un dito della vostra mano potreste usarlo per scrivere il vostro nome 40 volte. Se estraeste l’osso più grande del vostro corpo, il femore, potreste disegnare una linea lunga 800 metri. E se estraeste tutto il vostro scheletro e lo macinaste fino a ottenere un gigantesco gessetto? Potreste disegnare una linea di 21 km. Personalmente consiglierei di continuare a usare i normali gessetti da marciapiede (BoingBoing).
La ragazza con la mano bionica comandabile a distanza. Una diciannovenne britannica, Tilly Lockey, grazie alla Open Bionics ha mani bioniche che continuano a funzionare anche quando non sono attaccate al corpo, sono completamente impermeabili e funzionano tramite sensori wireless che leggono i segnali muscolari, senza bisogno di chip cerebrali (BoingBoing).
È andata in onda lunedì 5 alle 9 una nuova puntata in diretta di Niente Panico, il programma che conduco insieme a Rosy Nervi settimanalmente sulla Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera. La trasmissione è riascoltabile sul sito della RSI oppure nell’embed qui sotto.
Abbiamo parlato di Starmus, il congresso di scienziati e ricercatori svoltosi alle Canarie; del MetGala 2025; dell’anniversario della morte di Napoleone Bonaparte, con le teorie complottiste sul motivo della sua morte e sulla storia del suo sarcofago a matrioska e i fatti storici legati alle tappezzerie all’arsenico usate in epoca vittoriana; della poesia Il Cinque Maggio dedicata a Napoleone da Alessandro Manzoni; dell’atleta Simone Biles; dell’espressione britannica plumber’s cleavage (“scollatura dell’idraulico”); e del Fu Mattia Pascal di Luigi Pirandello.
È andata in onda ieri mattina alle 9 una nuova puntata in diretta di Niente Panico, il programma che conduco insieme a Rosy Nervi settimanalmente sulla Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera, in una versione un po’ insolita perché mi sono collegato dalle Canarie via Zoom e ho raccontato l’atmosfera del festival di scienza e musica Starmus e ho portato alcuni spezzoni di interviste ai protagonisti (ringrazio Thomas Villa per la condivisione delle clip audio).
È andata in onda stamattina alle 9 una nuova puntata in diretta di Niente Panico, il programma che conduco settimanalmente sulla Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera solitamente insieme a Rosy Nervi ma questa volta con Ellis Cavallini. La trasmissione è riascoltabile sul sito della RSI oppure nell’embed qui sotto.
14 aprile 1896: viene emesso il brevetto dei corn flakes a nome di John Harvey Kellogg (Brevetto USA 558,393; Wikipedia).
Il film Morti di Salute del 1994, regia di Alan Parker, con Anthony Hopkins, Bridget Fonda e Matthew Broderick, racconta in maniera poco fedele ma molto comica le manie salutiste eccentriche di Kellogg e dell’epoca in generale e alimenta il mito che Kellogg inventò questi cereali come cibo blando per reprimere le pulsioni sessuali mentre è più legato alla dieta vegetariana incoraggiata dalla chiesa avventista di cui faceva parte Kellogg (Snopes).
La moda del momento: usare ChatGPT o Copilot per creare immagini in stile Studio Ghibli e in stile confezione di bambola. Quanta energia consuma tutto questo? In un anno, più di quanta ne consumino 117 paesi del mondo (BBC).
14 aprile 1912: il disastro del Titanic e le recentissime ricostruzioni digitali del relitto nel documentario Titanic Digital Resurrection (BBC); il racconto di come la scoperta del Titanic avvenne come missione di copertura per nascondere il tentativo di ritrovare due sommergibili nucleari statunitensi (lo Scorpion e il Thresher) che si erano inabissati.
Prova in studio degli occhiali con prismi per leggere (o lavorare al computer) stando sdraiati (li ho comprati online e funzionano benissimo; attenti però alla nausea da movimento). Vengono usati anche quando si fa una risonanza magnetica per ridurre l’effetto di claustrofobia, e li impiegano gli scalatori per guardare in su verso i compagni.
L’Instagram strano della settimana: dalla Turchia, audio ASMR di asinelli che mangiano e ottengono 1,4 milioni di follower (@ccihancelik_).
È andata in onda stamattina alle 9 una nuova puntata in diretta di Niente Panico, il programma che conduco insieme a Rosy Nervi settimanalmente sulla Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera. La trasmissione è riascoltabile presso www.rsi.ch/rete-tre/programmi/intrattenimento/serotonina oppure nell’embed qui sotto.
La puntata è più breve del solito perché sono arrivato in studio con molto ritardo a causa della paralisi del traffico intorno a Lugano provocata da un incidente.
Qual è il contrario di un limone? Chimicamente è l’arancia. I due agrumi infatti contengono due versioni differenti (speculari) della stessa molecola, il limonene, che conferisce il caratteristico aroma.
Il Paradosso di Fermi: se non siamo soli nell’universo, dove sono tutti quanti? (Ars Technica).
A 22:18 rispondo a un ascoltatore che mi definisce “uno che crede che l’uomo è stato sulla Luna” e trova paradossale che io parli di alieni.
A 27:00 parliamo di piramidi e presunta disposizione secondo le costellazioni e a 31:00 parliamo del giacimento di Saqqara e del presunto mistero dei sarcofagi troppo grandi per passare dai cunicoli.
37:50: perché le tigri sono arancioni? Non sembra un buon metodo per mimetizzarsi, eppure c’è una ragione biologica molto precisa per cui l’arancione in un ambiente verde funziona come mimetizzazione (IFLScience; Livescience)
È andata in onda stamattina alle 9 una nuova puntata in diretta di Niente Panico, il programma che conduco insieme a Rosy Nervi settimanalmente sulla Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera. La trasmissione è riascoltabile presso www.rsi.ch/rete-tre/programmi/intrattenimento/serotonina oppure nell’embedqui sotto.
Lunedì scorso è andata in onda una nuova puntata in diretta di Niente Panico, il programma che conduco insieme a Rosy Nervi settimanalmente sulla Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera dalle 9 alle 10. La trasmissione è riascoltabile presso www.rsi.ch/rete-tre/programmi/intrattenimento/serotonina oppure nell’embedqui sotto.
È andata in onda lunedì scorso alle 9 una nuova puntata in diretta di Niente Panico, il programma che conduco insieme a Rosy Nervi settimanalmente sulla Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera. La trasmissione è riascoltabile presso www.rsi.ch/rete-tre/programmi/intrattenimento/serotonina oppure nell’embedqui sotto.
È andata in onda lunedì 10 marzo scorso alle 9 una nuova puntata in diretta di Niente Panico, il programma che conduco insieme a Rosy Nervi settimanalmente sulla Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera. La trasmissione è riascoltabile presso www.rsi.ch/rete-tre/programmi/intrattenimento/serotonina oppure nell’embedqui sotto.
È andata in onda lunedì scorso alle 9 una nuova puntata in diretta di Niente Panico, il programma che conduco insieme a Rosy Nervi settimanalmente sulla Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera. La trasmissione è riascoltabile presso www.rsi.ch/rete-tre/programmi/intrattenimento/serotonina oppure nell’embedqui sotto.
In questa puntata abbiamo parlato, fra le altre cose, di:
cronologia degli spazzolini da denti (ricorreva l’anniversario di una tappa importante nell’evoluzione di questo strumento) [Smileconcepts.co.uk; Colgate.com]
anniversario delle nascite di Steve Jobs e Salvatore Aranzulla
account Instagram strano della settimana: @breadfaceblog, video di persone che ficcano la faccia dentro torte e impasti alimentari di vario genere
sadcore, una recente tendenza truffaldina nei social network che sfrutta la compassione per fare soldi: i truffatori postano immagini commoventi di situazioni tristi (generate con l’intelligenza artificiale), presentandole come se fossero vere, e poi ricevono soldi dagli utenti Facebook che ci cascano e donano soldi attraverso le “stelle” disponibili in alcuni paesi come moneta di micropagamento su Facebook [BoingBoing; Newslttrs.com; FAQ di Facebook]
È andata in onda lunedì scorso alle 9 una nuova puntata in diretta di Niente Panico, il programma che conduco insieme a Rosy Nervi settimanalmente sulla Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera. La trasmissione è riascoltabile presso www.rsi.ch/rete-tre/programmi/intrattenimento/serotonina oppure nell’embedqui sotto.
È andata in onda lunedì mattina alle 9 una nuova puntata in diretta di Niente Panico, il programma che conduco insieme a Rosy Nervi sulla Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera.
In questa puntata ho raccontato un po’ il mio viaggio da geek a San Francisco insieme alla Dama del Maniero: oltre a visitare alcuni dei consueti luoghi turistici, abbiamo partecipato a una convention di Star Trek alla quale erano presenti molti attori delle serie classiche e di quelle più recenti, siamo andati a visitare la USS Hornet, la portaerei che raccolse gli astronauti di ritorno dal primo atterraggio sulla Luna e abbiamo visto da vicino le auto autonome di Waymo in azione in tutta la città.
Ho anche fatto sentire l’intervista che ho realizzato in Italia con l’attore Tony Amendola (Stargate SG-1 e tante altre serie) durante la recente convention di scienza e fantascienza Sci-Fi Universe a Peschiera del Garda.
Di questa puntata, andata in onda in diretta il 13 gennaio dalle 9 alle 10 come consueto, non è disponibile la registrazione. Questi sono i suoi temi:
Anniversario del debutto a fumetti del personaggio di Topolino (Mickey Mouse) nel 1933, nel Mickey Mouse Magazine.
Character.ai, un sito che propone conversazioni con personaggi virtuali generati dall’intelligenza artificiale, è accusato negli Stati Uniti di aver incoraggiato un minore a suicidarsi e di aver suggerito a un altro minore di uccidere i propri genitori (CBS News), mentre nel Regno Unito suscita scalpore e indignazione la scoperta che include fra i propri personaggi dei minori realmente esistiti che si sono tolti la vita o sono stati uccisi (BBC News).
Come indagare sull’attendibilità di un sito, in questo caso Kidscasting.com, che sembra occuparsi di trovare lavoro nel mondo del cinema e della TV per attori bambini (https://www.instagram.com/kidscastingcom).
Le case londinesi che sono in realtà soltanto facciate finte: stanno a Bayswater, sono state “create” dalla costruzione della metropolitana a cielo aperto a metà dell’Ottocento, e sono state usate in alcune scene della serie TV Sherlock.
Per la AI-intervista impossibile, Emile Zola e il suo celebre “J’accuse”.
È andata in onda stamattina alle 9 una nuova puntata in diretta di Niente Panico, il programma che conduco insieme a Rosy Nervi sulla Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera. La trasmissione è riascoltabile presso www.rsi.ch/rete-tre/programmi/intrattenimento/serotonina oppure nell’embed qui sotto.
Lunedì mattina è andata in onda una nuova puntata in diretta di Niente Panico, il programma che conduco insieme a Rosy Nervi sulla Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera. La trasmissione è riascoltabile sul sito della RSI e nell’embed qui sotto; la raccolta completa delle puntate è presso attivissimo.me/np.
L’Instagram della settimana è @focusart80, artista digitale che usa l’intelligenza artificiale e altre tecniche di elaborazione delle immagini per creare persone e scenari surreali. Abbiamo parlato di concerti in realtà virtuale, da Travis Scott ad Ariana Grande, di unboxing e di fare soldi con Twitch. La AI-intervista ha avuto come ospite (ovviamente sintetico) Vasilij Kandinskij.
Questa è l’ultima puntata di Niente Panico per il 2024; il programma tornerà il 7 gennaio prossimo, per una sola volta di martedì, e poi riprenderà il suo orario abituale del lunedì alle 9 su Rete Tre.
Ieri alle 9 è andata in onda una nuova puntata in diretta di Niente Panico, il programma che conduco insieme a Rosy Nervi sulla Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera. La trasmissione è riascoltabile qui oppure nell’embed qui sotto. Le puntate sono elencate presso attivissimo.me/np.
I temi della puntata
Abbiamo dedicato l’intera puntata a raccontare chicche poco conosciute e aneddoti della vita e del curriculum di Elon Musk.
Con colpevole ritardo pubblico qui la registrazione scaricabile della puntata di lunedì scorso di Niente Panico, il programma che conduco in diretta insieme a Rosy Nervi sulla Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera. La trasmissione è riascoltabile qui sul sito della RSI oppure nell’embed qui sotto. La raccolta completa delle puntate è presso attivissimo.me/np.
I temi della puntata
L’account Instagram della settimana:@benzank e le sue foto surreali.
La bufala della settimana: Elon Musk trova sull’autobus una bambina che si era persa, la ricongiunge con la madre e regala alle due una casa. Un caso di fake news fabbricato usando l’intelligenza artificiale per guadagnare clic e denaro (tratto da Snopes.com).
Una donna poco conosciuta ma di cui tutti conosciamo le opere: Cos’hanno in comune September degli Earth, Wind & Fire e la sigla di Friends? La paroliera, Allee Willis.
L’intervista (stavolta non generata con l’IA): due parole con il creatore e studioso di cerchi nel grano, Francesco Grassi.
Lunedì scorso alle 9 è andata in onda una nuova puntata in diretta di Niente Panico, il programma che conduco insieme a Rosy Nervi sulla Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera. La trasmissione è riascoltabile qui su RSI.ch oppure nell’embed che trovate qui sotto, ed è anche scaricabile.
I temi della puntata
L’account Instagram della settimana:@craaftcorner, ossia come fare pacchettini di Natale elegantissimi con materiali e tecniche semplici.
La bufala della settimana: Vietato guidare indossando occhiali da sole in Italia? No, falso allarme diffuso su TikTok per acchiappare clic e like (tratto da Bufale.net).
La donna ricordata/dimenticata dalla scienza: Cecilia Payne Gaposchkin (1900-1979), l’astrofisica che dimostrò che il Sole non era composto di ferro ma era per la maggior parte idrogeno, e che nel 1925 fu la prima persona a ottenere un dottorato in astronomia ad Harvard e nel 1956 divenne la prima donna nominata capo del dipartimento di astronomia di Harvard.
Notizia della settimana: Un giovane italiano su tre non è in grado di comprendere correttamente se un’informazione online sia davvero affidabile, secondo il report «Disinformazione a Scuola» realizzato da un team di ricerca guidato da Carlo Martini dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano (Vanity Fair).
L’AIntervista impossibile: Irene Cara. Testi: Claude.ai. Voce: Elevenlabs. Non ho modificato nulla a parte la grafia della parola inglese Fame che altrimenti veniva letta come fame in italiano.
Intervistatore: Irene, guardando indietro alla sua carriera, quale momento considera più significativo per la sua crescita artistica?
Il periodo di ‘Fame’ è stato fondamentale. Ero giovane, piena di energia e determinazione. Quel ruolo racchiudeva tutto ciò che amavo: il canto, la danza, la recitazione. Mi ricordo ancora le lunghe ore di prove, il sudore, la fatica, ma anche l’immensa gioia di vedere come il pubblico si identificava con Coco Hernandez. Quella esperienza mi ha insegnato che il vero talento richiede dedizione totale e che l’arte, in qualsiasi forma, ha il potere di toccare l’anima delle persone.
Intervistatore: Ha dovuto affrontare molte sfide nell’industria musicale, in particolare alcune battaglie legali. Come hanno influenzato la sua vita e la sua arte?
Le battaglie legali per i diritti d’autore sono state devastanti emotivamente, ma mi hanno resa più forte. Ho imparato che il successo nel mondo dello spettacolo non è solo talento, ma anche capacità di proteggere se stessi. Molti giovani artisti ancora oggi affrontano sfide simili. La mia esperienza mi ha insegnato l’importanza di mantenere la propria integrità artistica, anche quando il prezzo da pagare è alto. Ho sempre cercato di essere un esempio per gli artisti più giovani, dimostrando che si può combattere per i propri diritti senza perdere la passione per l’arte.
Intervistatore: Qual è il messaggio che vorrebbe lasciare alle nuove generazioni di artisti?
Il mio messaggio è semplice: credete nel vostro talento ma rimanete umili e continuate a studiare. L’arte è un viaggio continuo di apprendimento. La mia carriera è iniziata da bambina e fino all’ultimo ho continuato a evolvermi come artista. Le mie origini latine, la mia educazione nel Bronx, ogni esperienza ha contribuito a rendermi l’artista che sono diventata. Ricordate che il successo può essere effimero, ma la vera arte nasce dall’anima e dalla dedizione. E soprattutto, non permettete a nessuno di spegnere la vostra luce interiore, quel ‘feeling’ che vi fa brillare.
Stamattina alle 9 andrà in onda una nuova puntata in diretta di Niente Panico, il programma che conduco insieme a Rosy Nervi sulla Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera. La trasmissione sarà ascoltabile in streaming in diretta su https://www.rsi.ch/audio/rete-tre/live/ e riascoltabile qui https://www.rsi.ch/rete-tre/programmi/intrattenimento/serotonina oppure nell’embedche aggiungerò qui sotto non appena sarà disponibile la registrazione.
Aggiungerò qui anche i link alle fonti degli argomenti di cui parleremo nella puntata.
L’account Instagram della settimana:@miserable_men, 330.000 follower, foto da tutto il mondo di uomini che sono andati a fare shopping e se ne stanno pentendo.
La donna ricordata/dimenticata dalla scienza: Nancy Grace Roman nasce a Nashville nel 1925. Da bambina fonda un club di astronomia, e le stelle sono chiaramente il suo pallino, per cui le serve la matematica, alla quale si appassiona. Ma quando chiede alla sua docente di scuola superiore di fare un secondo anno di algebra, la docente le risponde “Ma che genere di donna vorrebbe fare matematica invece del latino?”.
Nancy non si arrende e si guadagna una laurea in astronomia a Chicago nel 1949, anche se tutti le consigliano di “lasciar perdere e sposarsi”. Diventa ricercatrice presso un osservatorio, poi docente, e nel corso della sua carriera pubblica ben 97 articoli scientifici.
Nel 1958 un suo conoscente le chiede se conosce qualcuno che sia interessato a creare una divisione di astronomia spaziale presso la neonata NASA (sottintendendo che si debba trattare di un uomo), e lei candida se stessa, diventando una delle pochissime donne della NASA e l’unica con una posizione dirigenziale. Sotto la sua dirigenza viene sviluppata tutta una serie di satelliti per l’astronomia, come l’Orbiting Solar Observatory, l’Orbiting Astronomical Observatory, l’International Ultraviolet Explorer, l’Infrared Astronomical Satellite e altri ancora: una ventina in tutto. Addestra a fare astronomia gli astronauti che devono andare sulla Luna.
Partecipa al programma per lo sviluppo e la costruzione del telescopio spaziale Hubble così in dettaglio e profondamente da essere spesso chiamata la “mamma di Hubble”.
Riceve moltissimi riconoscimenti nel corso della sua carriera, ma nel 2017 arriva quello che considera il più divertente: la Lego le dedica un personaggio nella serie “Donne della NASA” insieme a Margaret Hamilton, Katherine Johnson e agli astronauti Sally Ride e Mae Jemison.
Muore a 93 anni nel 2018. Nel 2027 verrà lanciato un telescopio spaziale a infrarossi che porterà il suo nome: il Nancy Grace Roman Space Telescope.
Il testo (domande e risposte) è stato generato da Claude.ai (versione gratuita), che per qualche bizzarra ragione ha deciso di mettere al femminile la persona che fa le domande (forse perché nel prompt ho scritto un lei al posto di lui riferito a Proust), ed è stato letto dalla sintesi vocale di Elevenlabs.
Per entrambi i servizi è stato usato l’output pari pari, con una sola eccezione: Elevenlabs non riusciva a pronunciare correttamente la parola francese paperoles calata nel contesto italofono, e quindi ho dovuto toglierla dal testo di input alla sintesi vocale (che qui sotto riporto integralmente). Questo è un limite che noto spesso nelle sintesi vocali: gestiscono bene la singola lingua, ma vanno in crisi quando una frase che devono leggere contiene una parola di un’altra lingua che non sia entrata nell’uso comune anche nella lingua di base del testo.
Questo è il prompt che ho dato a Claude:
“Trova una biografia di Marcel Proust e crea un’intervista fatta a lei [sic], come se fosse un fantasma capace di comunicare dall’oltretomba, con tre domande e tre risposte, citando il più possibile le sue opere e gli aspetti salienti della sua vita professionale e affettiva. Scrivi in tutto almeno 400 parole.”
E questo è il testo risultante:
Intervistatrice: Monsieur Proust, la “madeleine” intinta nel tè è diventata il simbolo universale della memoria involontaria. Come nacque questa straordinaria metafora?
Marcel Proust: [con voce soffusa] Vede, quella piccola madeleine non era inizialmente nemmeno una madeleine. Nelle prime stesure era un biscotto, poi una fetta di pane tostato. Ma cercavo qualcosa di più preciso, più evocativo. La madeleine ha quella forma particolare, come una conchiglia di Santiago, che racchiude in sé già un viaggio, un pellegrinaggio nella memoria. Non è tanto il sapore in sé che conta, quanto il momento in cui il presente e il passato si fondono in un istante di eternità. È quello che ho chiamato “memoria involontaria”, l’unica che può restituirci il tempo perduto nella sua essenza più pura.
Intervistatrice: Lei ha dedicato la vita alla creazione di “À la recherche du temps perdu”. Come ha vissuto questa totale dedizione all’opera?
Marcel Proust: [sorridendo malinconicamente] Ho trasformato la mia camera in una cripta, le pareti foderate di sughero per proteggermi dal mondo esterno, come se stessi costruendo una cattedrale del tempo. L’asma, che mi tormentava, è diventata paradossalmente la mia alleata: mi ha costretto a vivere in un isolamento che ha nutrito la mia opera. Ho vissuto di notte, scrivendo instancabilmente, correggendo ossessivamente le bozze, aggiungendo sempre nuovi [“paperoles”, quei] foglietti che si accumulavano come strati di memoria. Non era una scelta, era una necessità. L’opera mi possedeva, e io dovevo darle voce, anche a costo di consumare la mia vita fisica per dare vita eterna ai miei personaggi.
Intervistatrice: Nei suoi romanzi, l’amore è spesso fonte di sofferenza e gelosia. Quanto della sua esperienza personale è confluito in questi tormenti?
Marcel Proust: [con intensità] Ah, l’amore… Ho messo molto di me stesso nel narratore che soffre per Albertine, naturalmente. La gelosia è una lente d’ingrandimento che ci fa vedere dettagli che altrimenti ci sfuggirebbero, è uno strumento di conoscenza, per quanto doloroso. La mia vita affettiva, con le sue complessità, le sue ambiguità, si è trasfigurata nella mia opera. L’amore per mia madre, così totalizzante, i miei affetti più intimi, tutto è stato sublimato nella scrittura. Ma sa, non si scrive mai esattamente ciò che si è vissuto. La letteratura è una trasmutazione alchemica dell’esperienza in qualcosa di universale. Anche il dolore più personale deve diventare, attraverso l’arte, una verità che parla a tutti.
Domattina alle 9 andrà in onda una nuova puntata in diretta di Niente Panico, il programma che conduco insieme a Rosy Nervi sulla Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera. La trasmissione sarà ascoltabile in streaming in diretta su https://www.rsi.ch/audio/rete-tre/live/ e riascoltabile qui https://www.rsi.ch/rete-tre/programmi/intrattenimento/serotonina oppure nell’embedche aggiungerò qui sotto non appena sarà disponibile la registrazione.
Aggiungerò qui anche i link alle fonti degli argomenti di cui parleremo nella puntata.
Questa è stata una puntata un po’ particolare, senza i temi consueti ma con una rubrica dedicata ai mestieri invisibili e sottovalutati: in questo caso, il mestiere di cassiera di un supermercato, che deve lavorare con sistemi informatici molto complessi e interagire con utenti a volte decisamente bizzarri, raccontato dall’ospite in studio, Marina, con il contributo del marito Marco.
Domattina alle 9 andrà in onda una nuova puntata in diretta di Niente Panico, il programma che conduco insieme a Rosy Nervi sulla Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera. La trasmissione sarà ascoltabile in streaming in diretta su https://www.rsi.ch/audio/rete-tre/live/ e riascoltabile qui https://www.rsi.ch/rete-tre/programmi/intrattenimento/serotonina oppure nell’embed che aggiungerò qui sotto non appena sarà disponibile la registrazione.
Aggiungerò qui anche i link alle fonti degli argomenti di cui parleremo nella puntata.
La bufala della settimana: Le “scie chimiche”, visto che il cantante Miguel Bosè ha affermato, in un post su Instagram delirante, che il disastro dell’alluvione a Valencia è legato “all’ingegneria climatica delle scie chimiche sfuggita di mano” (ANSA; Open). Sono arrivate in diretta le chiamate degli sciachimisti convinti che il complotto sia reale e indignati perché non abbiamo concesso “il contraddittorio” (come se ci fosse da mettere in discussione la chimica di base o quella dell’atmosfera). Il post di Bosè si è preso oltre 50.000 like ed è stato etichettato da Instagram come “Informazioni false”. Ricordo che per i dettagli e i fatti tecnici esiste il mio blog/libro La bufala delle “scie chimiche”.
La donna dimenticata dalla scienza:Jocelyn Bell Burnell, la scopritrice delle pulsar.
L’AIntervista impossibile:La Bella Otero, nata il 4 novembre 1868. Stavolta ho usato Claude di Anthropic (versione gratuita) al posto del consueto ChatGPT. Il mio prompt: “Trova una biografia de La Bella Otero e crea un’intervista fatta a lei, come se fosse un fantasma capace di comunicare dall’oltretomba, con tre domande e tre risposte, citando il più possibile i dettagli e gli aspetti salienti della sua vita professionale e affettiva. Scrivi in tutto almeno 400 parole”.
Il testo generato da Claude, pari pari, e letto dalla voce sintetica Iris di Elevenlabs senza alcuna indicazione manuale dell’intonazione da dare:
Intervistatrice: Madame Otero, lei ha conosciuto l’amore più elevato e quello più basso. Quale lezione ne ha tratto?
La Bella Otero: [con un sorriso malinconico] L’amore, ma quale amore? Quello che ho conosciuto da bambina mi ha insegnato la crudeltà degli uomini. Quello che ho vissuto da adulta mi ha mostrato la loro debolezza. Ho avuto re e principi ai miei piedi, ma non ho mai permesso a nessuno di possedere veramente il mio cuore. La vera lezione? Ho imparato che il potere più grande è quello di non dipendere dall’amore di nessuno. Ho trasformato il dolore in arte e l’arte in potere.
Intervistatrice: Lei ha guadagnato e perso fortune immense. Si è mai pentita della sua passione per il gioco?
La Bella Otero: [ridendo sonoramente] Il gioco d’azzardo era la mia vendetta contro il denaro! Ho visto milioni passare tra le mie mani come acqua. Ma sa qual è la verità? Quello che ho perso al casinò l’ho guadagnato facendo ciò che volevo. La vera sconfitta sarebbe stata conservare quei soldi vivendo nella paura di perderli. Ho vissuto ogni momento con intensità, proprio come ballavo: con passione sfrenata. La fortuna è come un amante: se cerchi di controllarla, ti sfugge.
Intervistatrice: Guardando indietro alla sua vita, cosa direbbe alla piccola Carolina di Valga?
La Bella Otero: [con voce commossa] Le direi che quella violenza subita non definirà la sua vita. Le direi che trasformerà il suo dolore in una forza che stupirà il mondo. Che un giorno farà tremare i palcoscenici di Parigi, che re e imperatori si contenderanno un suo sguardo. Ma soprattutto le direi che la vera vittoria non sta nei gioielli che indosserà o nel denaro che guadagnerà, ma nella libertà che conquisterà. Io non sono mai stata di nessuno se non di me stessa. Questa è stata la mia più grande conquista, molto più preziosa di tutti i diamanti che ho posseduto.
Stamattina alle 9 andrà in onda una nuova puntata in diretta di Niente Panico, il programma che conduco insieme a Rosy Nervi sulla Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera. La trasmissione sarà ascoltabile in streaming in diretta su https://www.rsi.ch/audio/rete-tre/live/ e riascoltabile qui https://www.rsi.ch/rete-tre/programmi/intrattenimento/serotonina oppure nell’embed che aggiungerò qui sotto non appena sarà disponibile la registrazione.
L’account Instagram della settimana:@digiart.of.alex di Alexandra Naylor (Germania). Arte creata con lo strumento dell’intelligenza artificiale, con immagini e animazioni surreali, eleganti e dettagliatissime in tema Halloween e Dia de los Muertos.
La bufala della settimana: Foto di Disney World sott’acqua dopo l’uragano Milton? No, sono propaganda diffusa soprattutto da fonti pro-Cremlino usando immagini generate con l’intelligenza artificiale (info tratte da NewsGuard, paywall).
Una canzone cantata in due lingue contemporaneamente: che effetto vi fa? La newsletter di Tom Scott segnala Dopamine di Madelline, cantata in francese sul canale sinistro e in inglese sul canale destro (da ascoltare ovviamente in cuffia; versione su YouTube). Se conoscete entrambe le lingue, che effetto vi fa? E se non le conoscete, oppure ne masticate soltanto una?
L’intervista impossibile: François Truffaut, nato nel 1932 e morto il 21 ottobre 1984 a 52 anni. Intervista generata con questo prompt a ChatGPT 4o: “Trova una biografia di François Truffaut e crea un’intervista fatta a lui, come se fosse ancora vivo, con tre domande e tre risposte, citando il più possibile i dettagli e gli aspetti salienti della sua vita professionale e affettiva. Scrivi in tutto almeno 600 parole”. Notate che non gli ho dato un link a Wikipedia o altra fonte; gli ho detto di trovarsela. Ho ritoccato solo alcuni passaggi e problemi di pronuncia delle parole e dei nomi francesi da parte della voce sintetica di ElevenLabs (non riusciva a pronunciare correttamente nouvelle vague, ho dovuto modificare il testo in nouvelle vagg), e abbiamo tagliato una delle tre risposte per esigenze di durata. Inquietantemente efficace e credibile, ma saranno accurate le informazioni contenute nelle risposte?
La donna ricordata dalla scienza:Mae Jemison, prima astronauta afroamericana, nata il 17 ottobre 1956, volò nello spazio per quasi 8 giorni a settembre del 1992. Tre lauree e un cameo in Star Trek.
Stamattina andrà in onda una nuova puntata in diretta di Niente Panico, il programma che conduco insieme a Rosy Nervi sulla Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera, con un nuovo orario: non più alle 11 ma alle 9.
L’account Instagram della settimana:@sand.tagious. Un account con 1,1 milioni di follower su Instagram e 7 milioni di iscritti su YouTube, che mostra video, accuratamente preparati, di forme fatte con la sabbia vivacemente colorata e poi rimescolata, affettata, trapassata, pigiata o modificata in qualche altra maniera, a volte dentro contenitori trasparenti. L’effetto visivo è stranamente appagante e piacevole. L’audio è ASMR, per cui può piacere o meno, ma è indubbio che c’è un grande lavoro di preparazione e ideazione.
La bufala della settimana: il ritorno del codice a barre satanico. Anni fa, nel 2007, avevo raccontato la bufala del codice a barre che veniva ritenuto un segno del demonio perché, si diceva, conteneva il numero 666, ritenuto “il numero della perdizione satanica”, per usare le parole di un consigliere comunale svizzero di allora. Il “666” si anniderebbe, secondo i sostenitori di questa teoria, nelle coppie di righe sottili all’estrema destra, all’estrema sinistra e al centro di ogni codice esistente. Nella codifica dei simboli a barre due righe sottili indicano la cifra 6: quindi, secondo questa tesi, in tutti i codici a barre sarebbe presente un “6-6-6”.
Ma in realtà queste righe estreme e centrali non rappresentano alcuna cifra all’interno del codice a barre: sono semplicemente le linee di riferimento che servono al dispositivo di lettura, allo scanner, per capire dove inizia e dove finisce il codice. Visivamente somigliano in effetti a quelle usate per indicare la cifra 6, ma in realtà la loro spaziatura è differente.
Questa bufala ritorna nel 2024, come segnalato da Bufale un tanto al chilo, a causa delle affermazioni di un conduttore di un canale televisivo italiano secondo il quale una canzone del 1985, Kathy don’t go to the supermarket, è una premonizione anti-satanica, perché mette in guardia contro il codice a barre e il suo uso sempre più comune nei supermercati americani. La tesi di complotto circola sui social network ma proviene da una setta religiosa che è contraria a ogni tecnologia ed è a dir poco impresentabile, con una lunga storia di abusi sessuali anche su minori di cui vi risparmio i dettagli.
L’intervista impossibile. Oggi, 14 ottobre, è l’anniversario della nascita dell’attore Roger Moore, celeberrimo per il suo ruolo di protagonista di ben sette film della serie di James Bond fra il 1973 e il 1985 e noto anche per le serie TV Il santo e Attenti a quei due, ma anche grande attivista in difesa degli animali. Moore era nato a Londra nel 1927 ed è scomparso nel 2017. Con l’aiuto dell’intelligenza artificiale ho preparato un’intervista che diventa uno spunto per ricordare il suo impegno e la sua carriera.
L’intervista reale a Massimo Polidoro sul CICAP e sul Triangolo delle Bermuda. L’ambiente era molto rumoroso e quindi ho dovuto ripulire l’audio usando l’intelligenza artificiale di Lalal.ai.
Stamattina andrà in onda una nuova puntata in diretta di Niente Panico, il programma che conduco insieme a Rosy Nervi sulla Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera, con un nuovo orario: non più alle 11 ma alle 9.
L’account Instagram della settimana:@whatif.now, un esempio non popolarissimo (8500 follower) ma notevole di come l’intelligenza artificiale, nelle mani di persone di talento, possa essere usata per creare quella che perlomeno a me sembra definibile come arte.
La bufala della settimana: Oltre 600.000 persone, fra le quali l’attore James McAvoy, hanno creduto alla bufala del messaggio “Goodbye Meta AI” che, se postato pubblicamente, negherebbe a Meta il diritto di usare le loro immagini per l’addestramento delle intelligenze artificiali dell’azienda. Non è così: per negare questo utilizzo non basta un messaggio pubblicato ma è necessario attivare un’opzione apposita, che ho descritto nel podcast del Disinformatico del 7 giugno 2024 (BBC).
L’intervista impossibile:Bette Davis. Testo generato da ChatGPT (al quale è stato chiesto di leggersi prima la pagina di Wikipedia dedicata all’attrice) e voce generata da ElevenLabs. Chicca: la canzone Bette Davis Eyes, diventata popolarissima (nove settimane in cima alla classifica della Hot 100 di Billboard, Grammy come canzone dell’anno nel 1981) grazie a Kim Carnes, è ovviamente ispirata a quest’attrice, ma quella di Kim Carnes non è la versione originale, che è invece questa interpretata da Jackie DeShannon e scritta insieme a Donna Weiss nel 1974 (Wikipedia).
Abbiamo anche presentato due brani creati con Suno per ricordare semiseriamente il cambio di orario.
Stamattina è andata in onda una nuova puntata in diretta di Niente Panico, il programma che conduco insieme a Rosy Nervi sulla Rete Tre della Radiotelevisione Svizzera. La trasmissione è riascoltabile qui oppure nell’embed qui sotto. Le puntate vengono pubblicate a questo link:
L’account Instagram della settimana: Jan Hakon Erichsen (@janerichsen), 797.000 follower, è un artista norvegese che si è fatto notare per le sue esibizioni surreali e virali, che pubblica su Instagram dal 2017. Usa oggetti quotidiani come cibo, palloncini e strumenti meccanici per creare scene di distruzione comica e assurda o situazioni totalmente bizzarre come il Banana Tapper (The Guardian).
La donna dimenticata (e ora ricordata) dalla scienza:Rosalind Franklin, chimica britannica (1920-1958) ed esperta di cristallografia, che ebbe un ruolo chiave, non riconosciuto all’epoca, nella realizzazione dell’immagine (diffrattogramma a raggi X) che permise di identificare la forma del DNA, scoperta che valse il Nobel per la medicina a Watson, Crick e Wilkins nel 1962 (ma non a lei, anche perché le regole del premio all’epoca non consentivano i riconoscimenti postumi e lei era morta a soli 37 anni nel 1958). Oggi il suo nome verrà ricordato usandolo per la sonda mobile robotica (rover) Exomars che dovrebbe partire per Marte nel 2028.
Origine del termine robotrix: dovrebbe essere una pubblicazione del 1933, Science Fiction Digest di Forrest Ackerman, in riferimento al film Metropolis di Fritz Lang, secondo SFdictionary.
L’intervista impossibile:Victoria Braithwaite (1967-2019), nota per aver dimostrato scientificamente che i pesci provano dolore, cambiando radicalmente il modo in cui consideriamo questi esseri viventi; la ricordiamo nell’anniversario della sua scomparsa.
Cosa fare in caso di hacking o furto di un account Instagram: prima di tutto si deve fare prevenzione, con l’autenticazione a due fattori e l’attivazione di un account a pagamento, che ha diritto all’assistenza tecnica. Se il disastro è già successo, si può tentare il negoziato con il ladro dell’account.
Auto connesse “hackerabili” via Internet: problema risolto, ma i dettagli sono preoccupanti in termini di fragilità dei sistemi di gestione (Samcurry.net). Ne parlerò nel prossimo podcast de Il Disinformatico.
Un frammento di uno dei cercapersone esplosi. Fonte: Al Jazeera.
Ultimo aggiornamento: 2024/09/22 19:00.
Questo è il testo della puntata del 20 settembre 2024 del podcast Il Disinformatico della Radiotelevisione Svizzera, scritto, montato e condotto dal sottoscritto. Il testo include anche i link alle fonti di questa puntata.
Il podcast si prenderà una pausa la settimana prossima e tornerà il 4 ottobre.
[CLIP: audio di esplosione e di panico]
Migliaia di dispositivi elettronici sono esplosi improvvisamente nel corso di due giorni in Libano e in Siria, uccidendo decine di persone e ferendone almeno tremila. Inizialmente si è sparsa la voce che si trattasse di un “attacco hacker”, come hanno scritto anche alcune testate giornalistiche [Il Fatto Quotidiano], facendo pensare a un’azione puramente informatica in grado di colpire teoricamente qualunque dispositivo ovunque nel mondo facendone esplodere la batteria attraverso un particolare comando inviato via radio o via Internet.
Non è così, ma resta il dubbio legittimo: sarebbe possibile un attacco del genere?
Questa è la storia di una tecnica di aggressione chiamata supply chain attack, che in questi giorni si è manifestata in maniera terribilmente cruenta ma è usata da tempo da criminali e governi per mettere a segno sabotaggi, estorsioni e operazioni di sorveglianza.
Benvenuti alla puntata del 20 settembre 2024 del Disinformatico, il podcast della Radiotelevisione Svizzera dedicato alle notizie e alle storie strane dell’informatica. Io sono Paolo Attivissimo.
[SIGLA di apertura]
Il 17 settembre scorso il Libano e la Siria sono stati scossi dalle esplosioni quasi simultanee di migliaia di cercapersone, che hanno ucciso decine di persone e ne hanno ferite oltre duemila. Il giorno successivo sono esplosi centinaia di walkie-talkie, causando la morte di almeno altre venti persone e il ferimento di alcune centinaia.
Queste due raffiche di esplosioni hanno seminato il panico e la confusione nella popolazione locale, presa dal timore che qualunque dispositivo elettronico dotato di batteria, dal computer portatile alle fotocamere allo smartphone, potesse esplodere improvvisamente. Sui social network si è diffusa la diceria che stessero esplodendo anche gli impianti a pannelli solari, le normali radio e le batterie delle automobili a carburante, ma non c’è stata alcuna conferma [BBC]. All’aeroporto di Beirut è scattato il divieto di portare a bordo degli aerei qualunque walkie-talkie o cercapersone [BBC].
Nelle ore successive è emerso che non si è trattato di un “attacco hacker” in senso stretto: non è bastato che qualcuno mandasse un comando a un dispositivo per innescare l’esplosione della sua batteria. I cercapersone e i walkie-talkie esplosi erano stati sabotati fisicamente, introducendo al loro interno delle piccole ma micidiali cariche esplosive, successivamente fatte detonare inviando un comando via radio, con l’intento di colpire i membri di Hezbollah che usavano questi dispositivi.
In altre parole, non c’è nessun pericolo che qualcuno possa far esplodere un telefonino, un rasoio elettrico, una fotocamera, uno spazzolino da denti elettronico, un computer portatile, delle cuffie wireless, un tablet, un’automobile elettrica o qualunque altro dispositivo dotato di batteria semplicemente inviandogli un comando o un segnale particolare o infettandolo con un’app ostile di qualche tipo. Per questo genere di attacco, il dispositivo deve essere stato modificato fisicamente e appositamente.
È importante però non confondere esplosione con incendio. Le batterie dei dispositivi elettronici possono in effetti incendiarsi se vengono danneggiate o caricate in modo scorretto. Ma gli eventi tragici di questi giorni non hanno affatto le caratteristiche di una batteria che prende fuoco, perché le esplosioni sono state improvvise e violente, delle vere e proprie detonazioni tipiche di una reazione chimica estremamente rapida, mentre l’incendio di una batteria è un fenomeno veloce ma non istantaneo, che rilascia molta energia termica ma lo fa in modo graduale, non di colpo.
Cosa più importante, non esiste alcun modo per innescare l’incendio di una batteria di un normale dispositivo attraverso ipotetiche app o ipotetici comandi ostili. Anche immaginando un malware capace di alterare il funzionamento del caricabatterie o dei circuiti di gestione della carica e scarica della batteria, la batteria stessa normalmente ha delle protezioni fisiche contro la scarica improvvisa o la carica eccessiva. Chi si è preoccupato all’idea che degli hacker sarebbero capaci di trasformare i telefonini in bombe con un semplice comando può insomma tranquillizzarsi, soprattutto se si trova lontano dalle situazioni di conflitto.
C’è però da capire come sia stato possibile un sabotaggio così sofisticato, e in questo senso l’informatica ci può dare una mano, perché non è la prima volta che si verifica quello che in gergo si chiama un supply chain attack, o attacco alla catena di approvvigionamento, anche se quella di questi giorni è una sua forma particolarmente cruenta.
Un supply chain attack è un attacco, fisico o informatico, a un elemento della catena di approvvigionamento di un avversario. Invece di attaccare i carri armati del nemico, per esempio, si colpiscono i loro depositi di carburante o le loro fabbriche di componenti. In campo informatico, invece di attaccare direttamente l’azienda bersaglio, che è troppo ben difesa, si prende di mira un suo fornitore meno attento alla sicurezza e lo si usa come cavallo di Troia per aggirare le difese entrando dall’accesso riservato ai fornitori, per così dire. Anzi, si potrebbe dire che proprio il celebre cavallo di Troia fu il primo caso, sia pure mitologico, di supply chain attack, visto che i troiani si fidarono decisamente troppo del loro fornitore.
Un esempio tipico, concreto e moderno di questa tecnica di attacco risale al 2008, quando le forze di polizia europee smascherarono un’organizzazione criminale dedita alle frodi tramite carte di credito che rubava i dati dei clienti usando dei dispositivi non tracciabili inseriti nei lettori delle carte di credito fabbricati in Cina. Questo aveva permesso ai criminali di effettuare prelievi e acquisti multipli per circa 100 milioni di dollari complessivi.
Nel 2013 la catena statunitense di grandi magazzini Target si vide sottrarre i dati delle carte di credito di circa 40 milioni di utenti, grazie a del malware installato nei sistemi di pagamento POS. Nonostante Target avesse investito cifre molto importanti nel monitoraggio continuo della propria rete informatica, l’attacco fu messo a segno tramite i codici di accesso rubati a un suo fornitore in apparenza slegato dagli acquisti: una ditta della Pennsylvania che faceva impianti di condizionamento.
Le modifiche apportate fisicamente di nascosto ai dispositivi forniti da terzi non sono un’esclusiva dei criminali. Grazie alle rivelazioni di Edward Snowden, per esempio, sappiamo che l’NSA statunitense [Ars Technica] ha intercettato server, router e altri apparati per reti informatiche mentre venivano spediti ai rispettivi acquirenti che voleva mettere sotto sorveglianza, li ha rimossi accuratamente dagli imballaggi, vi ha installato del software nascosto (più precisamente del firmware, ossia il software di base del dispositivo) e poi li ha reimballati, ripristinando tutti i sigilli di sicurezza, prima di reimmetterli nella filiera di spedizione.
Altri esempi di attacco alla catena di approvvigionamento sono Stuxnet, un malware che nel 2010 danneggiò seriamente il programma nucleare iraniano prendendo di mira il software degli apparati di controllo di una specifica azienda europea, usati nelle centrifughe di raffinazione del materiale nucleare in Iran, e NotPetya, un virus che nel 2017 fu inserito negli aggiornamenti di un programma di contabilità molto diffuso in Ucraina. I clienti scaricarono fiduciosamente gli aggiornamenti e si ritrovarono con i computer bloccati, i dati completamente cifrati e una richiesta di riscatto.
C’è anche un caso di supply chain attack che ci tocca molto da vicino, ed è quello della Crypto AG [sintesi su Disinformatico.info], l’azienda svizzera che per decenni ha venduto ai governi e alle forze armate di numerosi paesi del mondo degli apparati di crittografia molto sofisticati, che però a seconda del paese di destinazione venivano a volte alterati segretamente in modo da consentire ai servizi segreti statunitensi e tedeschi di decrittare facilmente le comunicazioni cifrate diplomatiche, governative e militari di quei paesi. In questo caso l’attacco proveniva direttamente dall’interno dell’azienda, ma il principio non cambia: il bersaglio veniva attaccato non frontalmente, ma attraverso uno dei fornitori di cui si fidava.
Difendersi da questo tipo di attacchi non è facile, perché spesso il committente non conosce bene il fornitore, e a sua volta quel fornitore deve conoscere bene i propri fornitori, perché non è la prima volta che un governo o un’organizzazione criminale costituiscono ditte fittizie e si piazzano sul mercato offrendo prodotti o servizi di cui il bersaglio ha bisogno.
Gli esperti raccomandano di ridurre al minimo indispensabile il numero dei fornitori, di visitarli spesso per verificare che siano autentici e non delle semplici scatole cinesi di copertura, di instillare in ogni fornitore, anche nel più secondario, una cultura della sicurezza che invece spesso manca completamente, e di adottare hardware e software che incorporino direttamente delle funzioni di verifica e di sicurezza contro le manomissioni. Ma per la maggior parte delle organizzazioni tutto questo ha costi insostenibili, e così gli attacchi alla catena di approvvigionamento prosperano e, secondo i dati delle società di sicurezza informatica, sono in costante aumento.
Lo schema di questi attacchi ha tre caratteristiche particolari che lo distinguono da altri tipi di attacco: la prima caratteristica è la necessità di disporre di risorse tecniche e logistiche enormi. Nel caso di cui si parla in questi giorni, per esempio, chi lo ha eseguito ha dovuto identificare marche e modelli usati dai membri di Hezbollah, infiltrarsi tra i fornitori fidati o intercettarne le spedizioni in modo invisibile, e progettare, testare e costruire le versioni modificate di migliaia di esemplari dei dispositivi, appoggiandosi a sua volta a fornitori di competenze tecnologiche ed esplosivistiche e di componenti elettronici che fossero capaci di mantenere il segreto.
La seconda caratteristica è invece più sottile. In aggiunta al tremendo bilancio di vite umane, impossibile da trascurare, questi attacchi hanno il risultato di creare angoscia e sfiducia diffusa in tutta l’opinione pubblica verso ogni sorta di tecnologia, creando falsi miti e diffidenze inutili e devastando la reputazione delle marche coinvolte.
Ma la terza caratteristica è quella più pericolosa e in questo caso potenzialmente letale. Chi si inserisce di nascosto in una catena di approvvigionamento raramente ne ha il pieno controllo, per cui non può essere certo che qualcuno dei prodotti che ha sabotato non finisca in mani innocenti invece che in quelle dei bersagli designati, e agisca colpendo chi non c’entra nulla, o rimanga in circolazione dopo l’attacco.
Finché si tratta di malware che causa perdite di dati, il danno potenziale a terzi coinvolti per errore è solitamente sopportabile; ma in questo caso che insanguina la cronaca è difficile, per chi ha lanciato questo attacco, essere certo che tutti quei dispositivi modificati siano esplosi, e così in Libano e in Siria probabilmente circolano ancora, e continueranno a lungo a circolare, dei cercapersone e dei walkie-talkie che sono imbottiti di esplosivo a insaputa dei loro utenti.
Chissà se chi ha concepito questi attacchi dorme sonni tranquilli.
2024/09/22 19:00: La teoria alternativa di Umberto Rapetto
Su La Regione Ticino è stato pubblicato un articolo nel quale il generale della Guardia di Finanza Umberto Rapetto, “già comandante del Gruppo Anticrimine Tecnologico, per anni docente di Open Source Intelligence alla Nato School di Oberammergau (D)”, afferma che l’esplosivo sarebbe stato inserito nei dispositivi non da un aggressore esterno, ma da Hezbollah, ossia dall’utente stesso.
A suo dire, la fornitura di cercapersone sarebbe stata
“commissionata pretendendo che all’interno del normale involucro del prodotto di serie sia ospitata una piccolissima carica esplosiva e che il software includa le istruzioni per attivare la deflagrazione”
in modo da costituire una sorta di meccanismo di autodistruzione da usare qualora un dispositivo fosse caduto in mani nemiche. Non solo: secondo Rapetto, la carica sarebbe stata installata addirittura a insaputa degli stessi affiliati di Hezbollah che usavano i walkie-talkie e i cercapersone modificati, allo scopo di eliminare anche loro qualora fossero stati rapiti:
“Non solo il minuscolo aggeggio non deve spianare la strada all’intelligence, ma deve anche evitare che il suo possessore eventualmente catturato possa raccontare cose riservate e compromettere la sorte dell’organizzazione […] il dispositivo non è più in grado di offrire spunti agli 007 avversari e anche il proprio agente – ucciso o gravemente ferito – perde la possibilità di confessare”.
A supporto di questa teoria non vengono portate prove, e finora non ho trovato nessun’altra persona esperta che abbia proposto questa ricostruzione degli eventi.