Il 16 settembre scorso è andata in onda un’inchiesta del programma Falò della Radiotelevisione Svizzera sulla questione dei danni sociali causati dall’uso di smartphone e social network in particolare ai minori. I dati statistici si sono accumulati per anni e sono preoccupanti. Ora, finalmente, ci si interroga su cosa fare per una situazione che gli esperti hanno segnalato da tempo, restando largamente inascoltati.
Io faccio un piccolo intervento intorno a 19:00, mostrando che i controlli sui contenuti di Instagram sono inesistenti ed espongono gli utenti a pornografia e immagini di violenza estrema e che spesso questi contenuti inaccettabili non vengono rimossi nemmeno se li si segnala (probabilmente perché il “controllo” viene effettuato automaticamente, senza coinvolgere un essere umano).
Chiarisco il mio commento sul mettere la volpe a capo del pollaio: mi riferivo alle proposte di obbligare Meta e gli altri gestori di social network a effettuare controlli più severi sull’età degli utenti.
Queste aziende non hanno nessun incentivo economico a limitare gli utenti e nessuna penalità significativa se non lo fanno diligentemente (le sanzioni milionarie spesso citate sono l‘equivalente di qualche ora di fatturato e sono quindi un banale costo operativo, non un pericolo). Far fare questi controlli a loro significa regalare altri dati personali dei nostri figli (scansioni dei volti e dei documenti) ad aziende che vivono della vendita di quei dati.
Ha invece senso, secondo me, che lo Stato fornisca un servizio di identità digitale che comunichi a questi social solo il dato di legittimazione all’uso, ossia “certifico che questo utente – di cui non ti dico nient’altro, niente nome, cognome, indirizzo, documento, genere, volto, età precisa – ha più di X anni”. In pratica, io cittadino mi rivolgo allo Stato, che ha già i miei dati, e lo Stato mi dà un token, un codice usa e getta slegato dalla mia identità, che posso usare per autenticarmi in un social o in un negozio online o in un forum.
Non so se ci sono georestrizioni sul programma, ma se vi interessa è qui sul sito della RSI (72 minuti). I singoli servizi trasmessi durante la puntata sono qui: A scuola senza smartphone (6 minuti) e Smartphone e social, tempo di divieti? (20 minuti). Entrambi sono stati realizzati da Paola Santangelo e Andrea Campiotti.