Vai al contenuto

FAQ: Perché non credi agli UFO?

Visualizzazioni: 14

(Risposta tratta da questo post del 2018 su Disinformatico.info)

Mi hanno fatto questa domanda talmente tante volte che mi sa che è meglio farla diventare una FAQ. Colgo lo spunto della mail che ho ricevuto da una lettrice, che mi ha chiesto: “In nome di che cosa, secondo lei, gli UFO non esistono? Io non so se esistano o no, e non ho una risposta, ma metto in possibilità l’idea che non siamo soli nell’universo. Non crede che gli ufologi possano avere anche solo uno 0,001% di ragione?”.


Versione breve. Attenzione: UFO e vita nell’universo sono due questioni completamente distinte. C’è vita nell’universo? Credo proprio di sì: non ne ho le prove, ma la scienza mi permette di osare sperare che ci sia. Questa vita viene a trovarci e gli oggetti che vediamo in cielo e chiamiamo “UFO” sono una sua manifestazione? Credo proprio di no: mancano prove robuste e abbondano invece gli abbagli e gli imbrogli intenzionali. E se qualcuno ha uno 0,001% di ragione, vuol dire che ha il 99,999% di torto, per cui è meglio lasciarlo perdere.


Versione lunga. Non ho mai detto che “gli UFO non esistono” e non mi permetterei mai di farlo, anche perché dovremmo prima metterci d’accordo su cosa intendiamo per “UFO”: qualunque oggetto volante non identificato, oppure specificamente un veicolo extraterrestre?

Se intendiamo un oggetto volante di qualunque genere che non è stato identificato, la mia risposta è che gli UFO esistono eccome: un tafano che passa davanti alla macchina fotografica, una lanterna cinese, il pianeta Giove, un aquilone a LED, la Stazione Spaziale Internazionale sono tutti UFO se non ho informazioni sufficienti a identificarli per quello che sono realmente.

Ma se per “UFO” intendiamo specificamente un veicolo pilotato da esseri intelligenti non terrestri, allora la mia risposta è che non dico affatto che non esistono: sarebbe una presa di posizione arrogante e illogica. Dico solo che finora nessuno dei casi ufologici resi pubblici ha portato prove sufficientemente forti, oggettive ed esaminabili. E per una cosa straordinaria come la scoperta di visitatori extraterrestri che sono tra noi non bastano una testimonianza di un metronotte, una foto sbiadita o un filmato di un’autopsia aliena: servono prove con i controfiocchi. Anche perché in ufologia i ciarlatani, i profittatori, i mitomani, i matti e i Giacobbo abbondano, e molte persone sono sorprendentemente ignoranti su cosa c’è in cielo e come funzionano le videocamere e le fotocamere e prendono facilmente abbagli e vedono quello che vogliono vedere invece di quello che c’è.

Vale insomma la Legge di Sagan: affermazioni straordinarie esigono prove straordinarie. E l’idea che intelligenze aliene scorrazzino nei nostri cieli è un’affermazione spettacolarmente straordinaria, che come tale pretende prove spettacolarmente forti. Che finora non si sono viste. Nessun disco volante che atterra in uno stadio gremito davanti alle telecamere; nessun rapito da alieni che torna a casa con un po’ di pelle di ET sotto le unghie; nessun manufatto manifestamente non terrestre e liberamente ispezionabile da esperti. Niente. Solo dicerie e immagini sgranate. E tante, tante, tante falsificazioni intenzionali. Gli ufologi, troppo creduloni e troppo spesso imbroglioni, insieme al loro codazzo di cercatori di gloria e di giornalisti propinatori di scoop facili, hanno reso ridicola la domanda più bella e più angosciante dell’Universo: siamo soli?

A tutti quelli che pensano a un complotto ordito dai potenti della Terra per nasconderci l’esistenza degli alieni dico solo una cosa: non ha senso. Se una civiltà extraterrestre avesse tecnologie talmente avanzate da poter attraversare gli abissi fra le stelle e venirci a trovare, pensate seriamente che una qualunque potenza terrestre potrebbe tenerla sotto il proprio controllo? Sarebbe come pensare che una tribù di guerrieri in canoa possa prendere impunemente il controllo di una portaerei nucleare.

A chi invece dice che la quantità di segnalazioni e di avvistamenti è di per sé prova che qualcosa c’è, ricordo che alla stessa stregua la quantità di segnalazioni dovrebbe farci accettare come realtà le fatine, i demoni, i folletti, i fantasmi e il mostro di Loch Ness. Ma mille abbagli non fanno un fatto. Io, su un tema così importante, chiedo semplicemente prove: non mi sembra una pretesa irragionevole.

Inoltre distinguo molto nettamente la questione dell’esistenza della vita extraterrestre nel cosmo dall’ipotesi di una visita a noi da parte di questa vita extraterrestre. Sto con il parere prevalente della comunità scientifica: considerato che ogni galassia ha almeno cento miliardi di stelle, ciascuna con uno o più pianeti, e che esistono almeno cento miliardi di galassie, è statisticamente molto improbabile – quasi assurdo – che siamo l’unica forma di vita intelligente nel cosmo. Non c’è nulla di speciale o di raro o irripetibile in quello che è successo sulla Terra e che ha portato alla nostra evoluzione ed esistenza attuale. Nulla vieta che sia successo altrove. Ma abbiamo le prove che sia successo? No. Non ancora. Ma le stiamo cercando. Guardiamo l’immensità di quei miliardi di miliardi di mondi e ci sentiamo soli. L’idea che sia tutto deserto rasenta il blasfemo.

Siamo la prima generazione, in tutti i millenni di storia umana, che ha gli strumenti tecnici per guardare al cielo e trovare la risposta a quella domanda meravigliosa e inquietante. Oggi siamo in grado di visitare i mondi vicini e vedere quelli lontani anni luce ed esplorarne le atmosfere alla ricerca dei segni chimici della vita. Possiamo captare segnali di civiltà tecnologiche all’altro capo della nostra galassia e possiamo anche noi mandare i nostri primi incerti messaggi in bottiglia via radio. Non sprechiamo quest’occasione.