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Luglio 1969: dalla Terra alla Luna (prima parte)

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Cinquantasei anni fa veniva intrapresa la più grande avventura umana di tutti i tempi. Tre uomini all’interno di una navicella sistemata alla sommità di un gigantesco razzo venivano lanciati in direzione della Luna, dove due di loro, a quattro giorni dalla partenza, vi avrebbero messo piede, primi nella storia, realizzando il più antico sogno dell’uomo.

Si tratta della missione denominata Apollo 11, e questa è la cronologia di quei nove giorni che tennero con il fiato sospeso l’intera umanità.

La patch ufficiale della missione Apollo 11.
L’equipaggio di Apollo 11: a sinistra il comandante Neil Armstrong, scelto per essere il primo umano a camminare sulla Luna; al centro Michael Collins, pilota del modulo di comando; e a destra Edwin “Buzz” Aldrin, pilota del modulo lunare.

16 luglio 1969, mercoledì

Ore 10:15 italiane. Sono le quattro e quindici antimeridiane sulla costa orientale degli Stati Uniti e specificamente in Florida. Gli astronauti di Apollo 11, Neil Armstrong, Michael Collins e Edwin “Buzz” Aldrin, vengono svegliati. Dopo essersi lavati e rasati scendono nella mensa della NASA situata all’interno del Manned Spacecraft Operation Building per la colazione: uova, bistecche, marmellata e succo di frutta. D’ora in poi, sino al ritorno sulla Terra i tre dovranno nutrirsi con i cibi contenuti in sacchetti di plastica confezionati nel vuoto secondo la dieta prevista. Molti di questi cibi sono disidratati e perciò devono essere ricostituiti aggiungendovi acqua, altri invece hanno le dimensioni di un boccone e possono essere ingoiati facilmente.

L’ultima colazione terrestre prima dell’inizio della grande avventura per l’equipaggio di Apollo 11 (foto KSC-69PC-368).

Terminata la colazione, gli astronauti vengono sottoposti ad un rapido esame medico inteso ad accertare la loro completa idoneità fisica prima che inizino le ultime operazioni per il lancio verso la Luna.

Ore 11:30 italiane. Trovati in ottime condizioni, Armstrong e i suoi due compagni passano alla vestizione. In primo luogo viene applicata sulla loro epidermide, specialmente in corrispondenza del torace, una serie di piccoli sensori che serviranno a misurare i battiti del cuore e il ritmo della respirazione durante tutto il volo e a trasmettere, attraverso un dispositivo radiometrico automatico, i dati raccolti ai medici del Centro di Controllo di Houston, i quali saranno così in grado di valutare in ogni momento le condizioni fisiche dei tre uomini di Apollo 11.

E’ poi la volta della combinazione di volo permanente, simile nella foggia alle tute indossate dagli sportivi durante l’allenamento; poi viene la tuta pressurizzata, contenente una vera atmosfera artificiale, gli attacchi per gli apparecchi di comunicazione e il sistema di evacuazione dei rifiuti corporali. Servirà a proteggere gli astronauti da un eventuale incendio all’interno della capsula o dall’eccessivo calore al momento del rientro nell’atmosfera terrestre.  

Foto KSC-69PC-377HR.
Vestizione di Edwin “Buzz” Aldrin.
Michael Collins indossa il cosiddetto Snoopy cap, che è una calottina di tessuto che racchiude la cuffia e i microfoni usati per comunicare quando la tuta è sigillata. Si chiama così perché la sua colorazione bianca con porzioni laterali nere richiama la testa del personaggio dei fumetti Snoopy di Charles Schulz.
Gli astronauti, sigillati nelle loro tute, salgono a bordo del furgone che li porterà alla rampa di lancio.

Ore 12:52 italiane. Armstrong, Collins e Aldrin, preso l’ascensore che corre entro la torre di lancio affiancata al gigantesco razzo vettore Saturn V e raggiunta la passerella che porta alla navicella Apollo, a circa cento metri dal suolo, entrano a turno nella cabina del modulo di comando, aiutati dai tecnici presenti nella cosiddetta “white room”. Dopo che hanno preso posto nelle cuccette, vengono assicurati con le cinghie e iniziano gli ultimi controllo delle apparecchiature. A terra aumenta sempre più la tensione, mentre il conto alla rovescia si avvia verso la conclusione.

Decine di migliaia di persone sono arrivate a Cape Kennedy da ogni parte degli Stati Uniti e da molti altri paesi. Si calcola che per assistere al lancio di Apollo 11 siano stipate sulle spiagge adiacenti al Centro Spaziale Kennedy più di un milione di persone. Sulle tribune erette in vista del complesso di lancio siedono i settemila invitati di riguardo della NASA, tra scienziati, parlamentari, ambasciatori stranieri, uomini d’affari e personalità minori; ad essi si aggiungono i cinquemila giornalisti inviati dai giornali di tutto il mondo, i radiotelecronisti e i cineoperatori. Secondo calcoli fatti alla vigilia del lancio, almeno seicento milioni di persone seguiranno il decollo del Saturn V verso la Luna sui teleschermi di quaranta paesi.

Le prime pagine di alcuni quotidiani italiani il giorno del lancio di Apollo 11 (dalla collezione personale di Gianluca Atti).

Ore 15:32 italiane. Sono le nove e trentadue, ora della Florida. Al termine di un perfetto conto alla rovescia, dal complesso di lancio 39-A avviene la partenza del più potente razzo mai costruito dall’uomo fino a quel momento, il Saturn V. Lingue di fuoco arancione e bianco visibili a 100 chilometri di distanza si sprigionano dai cinque motori F-1 del primo stadio del gigantesco vettore. Il rombo assordante è avvertito fino a 50 chilometri di distanza. Il complesso spaziale, dapprima lentamente poi con una accelerazione sempre più crescente, sale verso il cielo.

Ore 09:32 ora della Florida lo spettacolare lancio del Saturn V.

I tre astronauti sono tutti veterani dello spazio, avendo volato in orbita nel 1966 in tre missioni separate: Neil Armstrong, comandante della missione, 38 anni, con la Gemini 8; Michael Collins, 38 anni, pilota del modulo di comando, con la Gemini 10; e Edwin “Buzz” Aldrin, 39 anni, pilota del modulo lunare, con la Gemini 12.

Nei primi due minuti e mezzo di volo il Saturn V, a una velocità di 9.650 km orari, raggiunge un’altitudine di 61 km, dove avviene il distacco del primo stadio, che ricade in mare. Si accendono quindi i cinque motori J-2 del secondo stadio, che rimangono in azione per circa sei minuti, spingendo il veicolo fino a un’altitudine di circa 185 km e una velocità di oltre 22.500 km orari. Esaurita la sua funzione, anche il secondo stadio si distacca dal vettore, dopo aver consumato 450 tonnellate di propellente.

Il veicolo si trova ormai oltre gli strati densi dell’atmosfera; ciò che rimane del gigantesco vettore che ha lasciato da pochi minuti la rampa di lancio funziona perfettamente e la torre di lancio o sistema di fuga in fase di lancio, ormai inutile, viene sganciata. A questo punto si accende l’unico motore J-2 del terzo ed ultimo stadio, che accelera il veicolo a circa 28.000 km orari, a una velocità cioè bastante ad equilibrarlo in orbita terrestre. Per le statistiche, il lancio del Saturn V-Apollo 11 è il 4.039° oggetto lanciato nello spazio dall’uomo.

Ore 15:44 italiane. Il complesso formato dalla navicella Apollo e dal terzo stadio del Saturn V si inserisce con regolarità in un’orbita di parcheggio intorno alla Terra con un perigeo (punto più vicino al nostro pianeta) di 183 km e un apogeo (punto più lontano) di 190 km. Spento il motore del terzo stadio, i tre astronauti controllano le apparecchiature di bordo per accertare che non vi siano danni dopo il tremendo sforzo del lancio. Intanto nella base di Houston alla quale è passato il controllo del volo dopo il distacco dalla rampa di lancio, i tecnici a terra, insieme agli elaboratori elettronici, eseguono i calcoli per stabilire il momento esatto in cui il veicolo dovrà essere inserito nella cosiddetta “traiettoria translunare”, la via che dovrà essere seguita per intercettare la Luna alla data stabilita.

Ore 18:16 italiane. Subito dopo l’inizio della seconda rivoluzione in orbita terrestre, il motore del terzo stadio viene riacceso per cinque minuti e 23 secondi in modo da passare dalla prima velocità cosmica (28,000 km orari circa), alla seconda velocità cosmica, o velocità di fuga dalla Terra (39.000 km orari circa), necessaria per sottrarre il veicolo alla forza di attrazione terrestre inserendolo nella “traiettoria translunare”. Ha inizio il fantastico viaggio di 73 ore dalla Terra alla Luna.

Il quotidiano “Il Giornale D’Italia”, con uscita pomeridiana, è tra i primi a riportare il felice inizio del volo di Armstrong, Collins e Aldrin (dalla collezione personale di Gianluca Atti).

Ore 18:43 italiane. Il complesso CSM, formato dal modulo di comando (CM) e dal modulo di servizio (SM), si stacca dal terzo stadio del Saturn V al quale rimane agganciato internamente il modulo lunare (LM o “Lem”). I bulloni che tengono uniti i quattro pannelli dell’adattatore entro il quale è avvolto il Lem vengono fatti saltare con un radiocomando inviato dalla navicella. I pannelli dell’adattatore si aprono come petali per consentire al CSM, che sta compiendo una piroetta di 180 gradi, di accostarsi con la prua al modulo lunare.

Ore 18:53 italiane. Il CSM perfeziona la manovra di accostamento effettuando l’aggancio con il modulo lunare.

Ore 19:42 italiane. Il CSM, agganciato prua contro prua al Lem, si stacca dal terzo stadio che si allontana definitivamente, evitando possibili collisioni, per finire in un’orbita solare. L’astronave si trova ora a 29.437 km dalla Terra, viaggia alla fantastica velocità di 4.517 metri al secondo e pesa ora “solo” (rispetto al momento della partenza da Cape Kennedy) 48.365 kg.

(continua)

Per saperne di più: Siamo davvero andati sulla Luna? Le risposte a tutti i dubbi in questo sito:

LUNA? Sì, ci siamo andati! (disponibile anche in edizione cartacea con il titolo Siamo mai andati sulla Luna?https://www.cicap.org/new/prodotto.php?id=7858).