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55 anni fa il primo “abbiamo un problema” di Apollo 13

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7 aprile 1970, martedì. Mentre il conto alla rovescia per il terzo sbarco umano sulla Luna procede spedito verso la conclusione prevista per l’11 aprile alle ore 20:13 italiane, al Centro spaziale Kennedy giunge come un fulmine a ciel sereno la notizia che durante una delle ultime visite mediche a cui sono sottoposti periodicamente i tre astronauti titolari di Apollo 13 (James Lovell, Fred Haise e Thomas Mattingly) e quelli di riserva (John Young, John Swigert e Charlie Duke), risulta che quest’ultimo, pilota di riserva del Modulo Lunare, ha contratto da uno dei suoi due figli la rosolia.

Mattingly, pilota del Modulo di Comando, dopo ulteriori ed accurati controlli medici, risulta essere l’unico dei sei che non è immune a questa malattia. Per non correre il grave rischio che si ammali durante la missione che porterà i tre uomini a quasi 400.000 chilometri di distanza dalla Terra, il medico della NASA, Charles Berry, chiede l’immediata sostituzione del pilota titolare con la sua riserva John “Jack” Swigert.

Nonostante il parere contrario del comandante del volo James Lovell, restio a modificare parte dell’equipaggio a pochi giorni dall’inizio del grande viaggio, il rischio che la missione possa subire un lungo rinvio convince il veterano dello spazio, che ha al proprio attivo tre voli spaziali, ad accettare la decisione dell’ente spaziale.

Swigert già il giorno successivo inizia una serie di prove tecniche intensive sul simulatore di bordo del Modulo di Comando per garantire un maggior affiatamento tra i membri dell’equipaggio e con i tecnici del Centro di controllo di Cape Kennedy e di Houston che monitoreranno la quinta spedizione umana verso la Luna.

L’equipaggio originale designato per la missione Apollo 13. A sinistra il comandante James Lovell, al centro il pilota del modulo di comando Thomas Mattingly (l’astronauta a rischio di sviluppare la rosolia mentre è nello spazio), e a destra Fred Haise, pilota del modulo lunare.
John “Jack” Swigert, l’astronauta di riserva chiamato a sostituire come pilota del modulo di comando Thomas Mattingly.

9 aprile 1970, giovedì. A due giorni dall’inizio del volo programmato verso la Luna di Apollo 13, c’è molta attesa nel mondo scientifico e nell’opinione pubblica per via della grande incertezza che regna dopo la notizia, resa ufficiale dalla NASA e apparsa sui giornali di tutto il mondo, del possibile contagio con la rosolia subìto da uno dei tre astronauti dell’equipaggio titolare, Thomas Mattingly, pilota del modulo di comando.

Da Stampa Sera del 9 aprile 1970.
Da La Stampa del 9 aprile 1970.

Le voci che circolano al di fuori del Centro spaziale Kennedy ipotizzano un probabile lungo rinvio della terza missione, la prima veramente scientifica rispetto alle due precedenti, che avrebbe visto come protagonisti oltre allo stesso Mattingly il veterano dello spazio James Lovell come comandante e Fred Haise, al suo primo volo, come pilota del modulo lunare.

Ma l’ente spaziale americano ha già preso la sua decisione: si parte comunque. Mattingly per precauzione resterà a terra e verrà sostituito dalla riserva John “Jack” Swigert, ugualmente ben preparata alle difficoltà del viaggio.

Il conto alla rovescia alla base spaziale di Cape Kennedy dunque non si ferma. Il “liftoff” di Apollo 13 verso la Luna con destinazione la zona di Fra’ Mauro, una regione ritenuta molto interessante dai selenologi, viene confermato per sabato 11 aprile, quando in Italia saranno le 20:13 italiane, le 14:13 in Florida.