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Raccontare una storia con immagini generate da IA: “Kira”, di Hashem Al-Ghaili

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La qualità delle immagini e dei video generati tramite intelligenza artificiale sta aumentando molto rapidamente. I miei timidi esperimenti di due anni fa, rivisti oggi, fanno sorridere se confrontati con quello che viene pubblicato adesso: immagini fotorealistiche, non più plasticose e inespressive, in alta risoluzione, in movimento, con audio sincronizzato e labiale corretto, e persino con musiche e canzoni altrettanto generate.

Sono immagini che cominciano a rendere possibile raccontare una storia, e raccontarla con una qualità visiva che sarebbe costosissima da ottenere con le tecniche tradizionali (compresa la grafica digitale) e che invece l’uso esperto dell’IA permette di ottenere a costi abbordabili anche per un semplice appassionato. È una democratizzazione straordinaria della possibilità di esprimersi.

Considerate per esempio Kira, un corto (14 minuti) dedicato alla clonazione umana realizzato da una singola persona, Hashem Al-Ghaili (1 milione di follower su Instagram), realizzato interamente con immagini generate tramite IA e con un notevolissimo lavoro di montaggio manuale. Al-Ghaili dice di aver creato quasi 600 prompt e di averci messo dodici giorni del proprio tempo libero, spendendo 500 dollari. Il risultato è impressionante: ci vuole un occhio molto attento per notare le piccole imperfezioni tipiche di questa tecnica di creazione di immagini.

Secondo quanto riportato nei titoli di coda, i software utilizzati per la generazione delle immagini sono Whisk, Runway, Midjourney, Dreamina, Sora, Flow/Veo 3, Higgsfield e Kling.ai; le voci sono state generate usando Elevenlabs; la sincronizzazione del labiale è stata ottenuta con Flow/Veo 3, Dreamina e Heygen; la musica è stata generata tramite Suno; gli effetti sonori sono stati prodotti usando MMaudio ed Elevenlabs. I prompt sono stati ottimizzati tramite ChatGPT. Il montaggio, invece, è stato eseguito digitalmente ma a mano da Al-Ghaili.

L’IA generativa, usata in questo modo, spalanca le porte alla creatività di chi prima non avrebbe avuto i mezzi tecnici ed economici per manifestarla. Allo stesso tempo, ovviamente, riduce anche i costi delle produzioni commerciali: l’IA è stata già usata per esempio per conferire agli attori del film The Brutalist un accento ungherese nativo [Northeastern.edu; CNN], e Netflix ha dichiarato con una certa fierezza che la sua serie L’Eternauta (ispirata al celebre fumetto), prodotta in Argentina, include una scena realizzata usando immagini generate da IA: il crollo di un edificio a Buenos Aires è stato creato in questo modo, richiedendo un decimo del tempo che sarebbe stato necessario con effetti visivi fisici o digitali tradizionali (usati peraltro in grande abbondanza) e a un costo sostenibile per la produzione, che altrimenti avrebbe dovuto rinunciare alla scena.