Questo è il testo della puntata del 7 aprile 2025 del podcast Il Disinformatico della Radiotelevisione Svizzera, scritto, montato e condotto dal sottoscritto. Il testo include anche i link alle fonti di questa puntata.
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[CLIP letta da voce sintetica: “Con l’invenzione e lo sviluppo della televisione, e il progresso tecnico che rese possibile di ricevere e trasmettere simultaneamente sullo stesso apparecchio, il concetto di vita privata si poteva considerare del tutto scomparso. Ogni cittadino, o meglio ogni cittadino che fosse abbastanza importante e che valesse la pena di sorvegliare, poteva essere tenuto comodamente sotto gli occhi della polizia e a portata della propaganda ufficiale”]
George Orwell, l’autore del celeberrimo libro distopico 1984 dal quale sono tratte queste parole, era un ottimista. Pensava che la sorveglianza tramite la tecnologia sarebbe stata applicata solo a chi fosse abbastanza importante. Oggi, invece, la sorveglianza tecnologica si applica a tutti, in massa, e per di più siamo noi utenti a pagare per i dispositivi che la consentono.
Uno di questi dispositivi è il televisore, o meglio la “Smart TV”, come va di moda chiamarla adesso. Sì, perché buona parte dei televisori moderni in commercio è dotata di un sistema che raccoglie informazioni su quello che guardiamo sullo schermo e le trasmette a un archivio centralizzato. Non a scopo di sorveglianza totalitaria, ma per mandarci pubblicità sempre più mirate, basate sulle nostre abitudini e i nostri gusti. In sostanza, molti televisori fanno continui screenshot di quello che state guardando, non importa se sia una serie di Netflix, un videogioco o un vostro video personale, e li usano per riconoscere cosa state guardando e per suggerire ai pubblicitari quali prodotti o servizi mostrarvi.
Probabilmente non ne avete mai sentito parlare, perché non è una caratteristica tecnica che i fabbricanti sbandierano fieramente, ma esiste, e funziona talmente bene che almeno un’azienda costruttrice ha guadagnato più da questa sorveglianza di massa che dalla vendita dei propri televisori.
Questa è la storia di questo sistema di sorveglianza integrato, di come funziona e soprattutto di come controllare se è presente nella vostra Smart TV e di come disattivarlo.
Benvenuti alla puntata del 7 aprile 2025 del Disinformatico, il podcast della Radiotelevisione Svizzera dedicato alle notizie e alle storie strane dell’informatica. Io sono Paolo Attivissimo.
[SIGLA di apertura]
Se avete una Smart TV, uno di quei televisori ultrapiatti che si collegano a Internet, probabilmente ogni volta che lo usate per guardare qualcosa siete in compagna di un ospite non invitato.
Questo ospite si chiama ACR, che sta per Automated Content Recognition o “riconoscimento automatico dei contenuti”. È un software, integrato nel televisore, che raccoglie dati su tutto quello che guardate e li manda a un archivio centrale per identificare cosa state guardando e mandarvi pubblicità personalizzate. La sua esistenza non è un segreto in senso stretto, ma i fabbricanti di televisori non si sforzano molto per farla conoscere al consumatore medio.
Questo ACR effettua continuamente delle catture dello schermo, degli screenshot, di quello che state vedendo; lo fa con qualunque cosa venga mostrata sullo schermo, quindi non solo programmi di canali televisivi ma anche Blu-Ray, sessioni di videogioco, video personali e schermate di lavoro per chi, come me, usa una Smart TV come monitor gigante per il proprio computer. Ne fa veramente tante, di queste catture: fino a 7200 ogni ora, ossia circa due al secondo.
Queste catture vengono elaborate per crearne una sintesi, una sorta di impronta digitale [fingerprint in inglese] che viene confrontata con un enorme archivio di contenuti video di vario genere, compresi gli spot pubblicitari. Quando viene trovata una corrispondenza, il sistema deduce che state guardando quel contenuto e avvisa i gestori del servizio, che possono vendere quest’informazione a scopo pubblicitario o per proporre contenuti a tema. Queste vendite rappresentavano, nel 2022, un mercato che valeva quasi venti miliardi di dollari ed è in continua crescita.
I fabbricanti che partecipano al sistema ACR sono fra i più blasonati: nomi come Roku, Samsung, LG, Sony, Hisense e tanti altri. Non è un sistema particolarmente nuovo, perché esiste almeno dal 2011. E funziona molto bene, almeno dal punto di vista di chi lo vende: a novembre 2021, uno di questi fabbricanti di Smart TV, Vizio, uno dei più importanti negli Stati Uniti, ha guadagnato dalla vendita dei dati dei propri clienti più del doppio di quello che ha ottenuto dalla vendita degli apparecchi televisivi [The Verge; Vizio].

Probabilmente a questo punto vi state chiedendo se catturare di nascosto quello che c’è sullo schermo della TV che sta in casa vostra sia legale. La risposta, come sempre in questi casi, è un grosso “dipende”. Le normative statunitensi sono molto permissive, mentre quelle europee sono orientate alla tutela del consumatore.
Eppure anche negli Stati Uniti, quella stessa Vizio che ha guadagnato così tanto dall’uso dell’ACR era stata sanzionata dalla Commissione federale per il commercio [FTC] nel 2017 perché con questo sistema raccoglieva i dati di ascolto di undici milioni di televisori senza il consenso dei consumatori e senza che quei consumatori ne fossero a conoscenza. Secondo la Commissione, Vizio aveva reso facile associare a questi dati televisivi numerose informazioni personali come “sesso, età, reddito, stato civile, dimensioni del nucleo famigliare, livello di istruzione, proprietà e valore dell’abitazione” e ha anche “venduto queste informazioni a terzi, che le hanno usate a vari scopi, compresa la pubblicità mirata”.
La sanzione, di circa 2 milioni di dollari, è stata in sostanza trascurabile: un costo operativo più che una punizione efficace [FTC; FTC]. Un tribunale federale statunitense ha poi approvato un risarcimento di 17 milioni di dollari in seguito a una class action avviata per le stesse ragioni contro la stessa azienda [Class Law Group; Hunton.com]. Questo caso dimostra la disinvoltura con la quale le aziende trattano i dati e i diritti dei consumatori.
C’è anche un altro tipo di disinvoltura aziendale legato a questo riconoscimento automatico dei contenuti: l’idea che bombardare l’utente di pubblicità sia non tanto un male necessario, ma addirittura un beneficio per il consumatore. Come dice una presentazione di Samsung dedicata al mercato canadese, “la tecnologia ACR offre numerosi benefici sia per gli spettatori, sia per gli inserzionisti. Per gli spettatori, l’ACR crea un’esperienza televisiva veramente personalizzata.”


Samsung spiega che i consumatori sono “sovraccaricati dalla quantità di scelte disponibili e faticano a scoprire contenuti nuovi e pertinenti”. Oltre l’80% degli interpellati in uno studio svolto nel 2022 dall’azienda, sempre in Canada, ha dichiarato che sarebbe interessato a ricevere suggerimenti intelligenti sui contenuti per aiutarlo a trovare serie TV di suo gradimento. Ma desiderare di “ricevere suggerimenti su cosa guardare” non è la stessa cosa che voler essere spiati in tutto quello che si guarda alla TV pur di ricevere quei suggerimenti.
Alle aziende, insomma, sembra che non passi nemmeno per l’anticamera del cervello l’ipotesi che chi ha comprato un televisore, pagandolo con i propri soldi, non voglia essere bombardato da pubblicità che non ha richiesto e voglia invece usare il televisore come vuole lui o lei e non come glielo impone di nascosto un fabbricante. Per questi produttori di televisori è a quanto pare inconcepibile che qualcuno voglia vivere senza spot pubblicitari e che non desideri una “esperienza televisiva personalizzata”, ma voglia semplicemente guardare la TV in santa pace.
La Smart TV non è la versione piatta del televisore classico, non è un dispositivo passivo che mostra a chi lo ha comprato quello che gli interessa: è diventato un fragoroso, ossessivo, insistente chioschetto pubblicitario al servizio dei fabbricanti, degli inserzionisti e dei data broker che guadagnano miliardi vendendo i fatti nostri.
E in questa presentazione di Samsung c’è annidato anche un altro dato interessante: il servizio ACR di questa azienda ha anche una funzione cross-device. In altre parole, è capace di coinvolgere in questa sorveglianza commerciale anche gli altri dispositivi connessi, come i telefonini e i tablet. Piattaforme commerciali come Samba TV usano i dati dell’ACR per mostrare sui telefonini di casa le stesse pubblicità che passano sulla Smart TV [The Viewpoint]. Quei telefonini vengono associati alla casa perché si collegano al Wi-Fi domestico, come fa anche il televisore, e quindi hanno lo stesso indirizzo IP.

Molti utenti pensano che il telefonino li ascolti, perché vedono comparire sul suo schermo le pubblicità di cose di cui hanno parlato, ma in realtà è probabile che ad ascoltarli o a dedurre i loro interessi sia quell’altro schermo che hanno in casa.
Vediamo allora come scoprire se una Smart TV fa la spia e come disattivare questa funzione.
Per tagliare la testa al toro ed evitare completamente la sorveglianza commerciale dell’ACR nei televisori smart ci sono due soluzioni. La prima è… non acquistare una Smart TV.
Al posto del televisore, infatti, si può acquistare un monitor per computer. Questi dispositivi, almeno per ora, non hanno funzioni di sorveglianza e si possono collegare al set top box per lo streaming, al computer o al lettore Blu-Ray. Il difetto di questa soluzione è che chi desidera uno schermo molto grande non troverà monitor per computer delle dimensioni desiderate. In alternativa, si può scegliere un videoproiettore, che consente di avere immagini molto grandi ed è anch’esso, per ora, privo di funzioni di riconoscimento dei contenuti proiettati.
La seconda soluzione è acquistare una Smart TV, ma non collegarla a Internet, né tramite cavo Ethernet né tramite Wi-Fi. In questo modo, se anche dovesse acquisire degli screenshot di quello che si sta guardando, non potrà trasmettere alcuna informazione al suo fabbricante. È quello che ho fatto io: il televisore del Maniero Digitale è una Smart TV OLED collegata a un computer, a un set top box o a un riproduttore di Blu-Ray esclusivamente tramite cavo HDMI, lungo il quale non transitano informazioni pubblicitarie.
Se invece avete già una Smart TV e volete sapere se sorveglia quello che guardate, su Internet ci sono numerose istruzioni dettagliate, per ogni specifica marca, che spiegano in quale menu, sottomenu e sotto-sottomenu andare per cercare le funzioni-spia; le trovate linkate su Attivissimo.me [articolo su ZDNet; articolo su The Markup].
A dimostrazione del fatto che le aziende non ci tengono affatto a informare il consumatore che viene sorvegliato, queste funzioni non vengono indicate con un nome esplicativo o almeno con la sigla standard ACR, ma sono presenti con nomi decisamente eufemistici e ingannevoli. Per Samsung, per esempio, il nome da cercare è Viewing Information Services, ossia “servizi per le informazioni di fruizione”; per Sony è Samba Services Manager.
Considerata la tendenza crescente a guardare film e serie TV mentre si usa lo smartphone o si fa altro, tanto che i copioni di molte nuove produzioni vengono scritti facendo dire ai personaggi ogni tanto un riassunto della situazione per i più distratti, si può dire che viviamo in un mondo nel quale i nostri televisori guardano noi più attentamente di quanto noi guardiamo loro, e sanno di noi molto più di quello che sappiamo noi di loro. Non dovremmo preoccuparci che possano diventare senzienti con l’intelligenza artificiale, ma che siano già diventati insopportabilmente pettegoli.
Fonti
How to disable ACR on your TV (and why doing it makes such a big difference for privacy), ZDnet, 2025
Your Smart TV Knows What You’re Watching, The Markup, 2023
Automatic content recognition, Wikipedia
ACR (Automatic Content Recognition), Acrcloud.com (archiviato su Archive.org), 2017
Automated Content Recognition: Discussion Paper – Phase 1 ‘Existing technologies and their impact on IP’, European Union Intellectual Property Office, 2020
Automated Content Recognition: Discussion Paper – Phase 2 ‘IP enforcement and management use cases’, European Union Intellectual Property Office, 2022
Watching TV with the Second-Party: A First Look at Automatic Content Recognition Tracking in Smart TVs, Arxiv.org, 2024