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Siete soci dello Star Trek Italian Club come me? Allora leggete subito l’ultimo verbale

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Ultimo aggiornamento: 2024/12/18.

Da anni sono socio dello Star Trek Italian Club “Alberto Lisiero”, club storico per gli appassionati di Star Trek italofoni. Ho letto il verbale della riunione del Consiglio Direttivo del 20 luglio scorso, pubblicato sulla rivista del club, e ho notato un paragrafo che tocca tutti noi soci in termini di soldi. Tanti soldi. Nella rivista del club il paragrafo in questione è a pagina 35, in fondo alla colonna centrale. Leggetelo attentamente.

Se, come me, siete soci di questo club, credo che quel paragrafo debba essere portato a conoscenza di tutti i soci, e quindi pubblico questo post per segnalarlo nel modo più ampio che ho a disposizione, perché penso che molti iscritti allo STIC-AL non ne siano al corrente.

Francamente non ho mai visto una cosa simile.

Se vi siete chiesti come mai non sono più presente ai raduni dello Star Trek Italian Club, questo è uno dei motivi. Quella che era nata come una collaborazione fruttuosa con un negozio specializzato nel settore è diventata man mano una sudditanza che da tempo sta soffocando la vita del club. Questa clausola capestro trasforma la sudditanza in schiavitù di fatto, e gli schiavi siamo noi soci. Che saremmo chiamati a rispondere in solido, di tasca nostra.*

* Più precisamente, chiarimenti intercorsi dopo la pubblicazione iniziale indicano che i soci sarebbero chiamati a rispondere tramite le loro quote associative e i firmatari della clausola sarebbero chiamati a rispondere per il resto dell’importo. Non a caso, uno dei membri del direttivo si è rifiutato di firmare.

Credo che sia il momento di parlarne apertamente e che i soci chiedano conto di questa clausola a chi l’ha proposta e approvata.


Nota: ho chiesto di partecipare al gruppo Facebook dei soci STIC il 15 dicembre per poter rispondere ad alcune affermazioni che mi riguardano. La mia richiesta è stata approvata e la discussione sta proseguendo lì fra i soci.


2024/12/18

Nei commenti è arrivato una risposta molto dettagliata della co-proprietaria del negozio in questione, che aggiungo a questo articolo per chiarezza e leggibilità insieme alle mie risposte.

Ciao a tutti, sono Jessica, co-proprietaria del negozio citato. Ho letto con attenzione il tuo post sul tuo blog e i relativi commenti, pur rispettando la libertà di espressione, ritengo necessario chiarire alcune affermazioni che, per come sono state presentate, rischiano di diffondere informazioni errate e creare confusione tra i soci e i lettori.
Anche se il verbale non è stato qui pubblicato, hai scelto un linguaggio che provoca emozioni negative forti, usando termini come “sudditanza”, “schiavitù” e “clausole capestro” più adatto a suscitare reazioni di pancia che un dibattito costruttivo. Questi termini rischiano di distogliere l’attenzione dai fatti e dall’analisi obiettiva della situazione e danneggiano l’immagine dello Star Trek Italian Club a cui tanto tieni e scoraggiano sia nuove iscrizioni che il ritorno di ex soci. Un tipo di comunicazione del genere ha trasformato quello che poteva essere un semplice invito a leggere il verbale in una demonizzazione pubblica del mio negozio, del direttivo e del club in generale, e i commenti derivati sul tuo blog ne sono una prova. Come insegna Star Trek, la comunicazione, le sue modalità e la comprensione reciproca sono essenziali per risolvere i conflitti in modo costruttivo.
I verbali e lo statuto sono consultabili da tutti i soci, quindi non c’è nulla di nascosto. La trasparenza è garantita non solo dalla disponibilità di questi documenti fondamentali, ma anche da una comunicazione capillare attraverso la rivista ufficiale del club. È importante sottolineare che la rivista, una volta spedita in formato cartaceo, impiega diverse settimane ad arrivare ai soci, ogni socio ha a disposizione anche il file digitale della rivista, accessibile subito dopo la pubblicazione. Tuttavia è ragionevole supporre che molti soci non informati su alcune questioni siano quelli che attendono il cartaceo, preferendo evitare il formato digitale. Resta comunque il fatto che per segnalare qualcosa ai soci dello STIC esistono canali più specifici, ottimizzati e dedicati, che non implicano il discredito pubblico al di fuori del club, dove peraltro chi non è socio non conosce i dettagli, né ha titolo per chiedere chiarimenti.
Gli accordi originali prevedevano la divisione delle perdite al 50% tra il club e il mio negozio, una clausola che avrebbe potuto gravare pesantemente sul club in caso di difficoltà economiche. Tuttavia, né io né il mio socio abbiamo mai applicato questa clausola, evitando allo STIC un rimborso di circa 27.000 euro (è la somma di più anni), perché siamo soci e per noi è importante dare il nostro contributo al club con ciò che abbiamo, proprio perché crediamo nel nostro contributo come soci. Gli accordi attuali, invece, non prevedono più alcuna clausola di ripartizione delle perdite. È stata introdotta una penale bilaterale, valida solo in caso di recesso anticipato da parte di una delle due parti, e l’accordo è limitato a cinque anni, al termine dei quali può essere rinegoziato o non rinnovato.
Hai scritto sul tuo blog e sul tuo profilo che noi soci “saremmo chiamati a rispondere in solido, di tasca nostra”, ma diversi commentatori sul tuo blog ti hanno fatto notare che l’art. 38 del codice civile ( https://www.brocardi.it/codice-civile/libro-primo/titolo-ii/capo-iii/art38.html) tutela i soci in merito a queste situazioni. Tuttavia, non hai rettificato o aggiornato il tuo post su questa questione, come invece fai di solito per altri argomenti.
L’accordo in questione non è una “clausola capestro” né implica alcuna “sudditanza”. I bilanci delle convention, che riguardano anche il mio negozio, sono consultabili da ben quattro rappresentanti dello Star Trek Italian Club. Le prenotazioni sono gestite da un rappresentante del club, mentre il comitato organizzatore è composto da quattro membri dello STIC e solo due del mio negozio. Ogni anno, inoltre, altri club esterni partecipano con diritto di voto nel comitato. Non so cosa altro dovrei fare per garantire trasparenza e correttezza al club oltre a questo. Mi sembra che tu dimentichi che, come te, io e il mio socio siamo soci appassionati e fedeli del club.
Sul tuo blog hai scritto: “Le convention si possono fare, si sono fatte e si fanno, anche senza il negozio in questione.” Pertanto, contrariamente a quanto affermano altri nei loro commenti (sul gruppo privato STIC di Facebook), l’intenzione di congedare Ultimo Avamposto esiste, almeno da parte tua, e siamo certi che non solo tua. Parlare di sostituire chi si occupa dell’organizzazione è facile, ma nella pratica non sono molti disposti a rischiare somme così elevate. Il club, di sicuro, non può farlo. Senza una squadra affiatata, pronta a investire cifre considerevoli senza alcuna garanzia di ritorno, questa affermazione resta una semplice idea che non tiene conto delle difficoltà pratiche legate all’organizzazione dell’evento.
Inoltre, la tua posizione sembra suggerire che sia normale e giusto che lo STIC organizzi eventi senza assumersi alcuna responsabilità o rischio. Senza il supporto del mio negozio, il rischio economico per organizzare una convention sarebbe ben superiore ai 30k, cifra che copre a malapena l’attore principale, senza considerare i costi di location, ospiti, allestimenti, pubblicità e altri elementi essenziali.
Se questa “sudditanza” ti infastidisce, quale alternativa proponi? Dobbiamo tutti andare alla Sci-Fi Universe? La verità è che non ci sono guadagni certi, ma solo rischi potenziali. Il Comitato Organizzatore della SFU è disposto a impegnarsi, davanti a tutti i soci, a investire oltre 100.000 euro di tasca propria per garantire una Sticcon di pari livello a quelle precedenti? Visto che sei uno degli organizzatori di quella manifestazione, attendo la tua proposta economica.
Infine, nei commenti hai scritto: “Si disse? Accordo scritto o diceria?” Questo dubbio sull’esistenza degli accordi è difficile da comprendere, considerando che gli stessi sono stati sempre discussi in modo trasparente, da sempre, con tutti i membri del direttivo coinvolti e sempre resi noti ai soci attraverso le pubblicazioni sull’ISTM. Nel gruppo apposito di Facebook è stato fornito un elenco dei numeri di Inside in cui sono stati pubblicati i verbali del direttivo, compresi quelli relativi agli accordi in questione. Sarebbe stato utile che tu avessi chiesto informazioni prima di scrivere questo tuo commento e avessi consultato questi numeri per chiarirti i dettagli.
Aggiungo che quando ci siamo scritti in privato a inizio ottobre, mi hai parlato del verbale, che avevi ottenuto in anticipo (non so come) in forma di bozza incompleta. Ti avevo detto chiaramente che non lo avevo letto perché non lo possedevo, che mi fidavo del direttivo e che, se avevi dei dubbi su qualcosa di importante, avresti dovuto cercare ulteriori informazioni da chi aveva preso quella decisione. Lo hai fatto?

Rispondo sui vari punti e aggiungo una considerazione finale:

  • “Questi termini […] danneggiano l’immagine dello Star Trek Italian Club a cui tanto tieni e scoraggiano sia nuove iscrizioni che il ritorno di ex soci”.
    Al contrario: descrivono lo STIC come un club sano, che però è a rischio di essere imbrigliato e imbavagliato da una lunga serie di decisioni (questa clausola di penale è la più clamorosa ma non l’unica) contrarie al suo statuto di servizio ai soci. Chiediamoci come mai ci sono così tanti ex soci, che collaboravano fattivamente e non ci sono più.
  • “I verbali e lo statuto sono consultabili da tutti i soci, quindi non c’è nulla di nascosto. La trasparenza è garantita non solo dalla disponibilità di questi documenti fondamentali, ma anche da una comunicazione capillare attraverso la rivista ufficiale del club.”
    Eppure molti soci sono caduti dalle nuvole su una misura che tocca davvero profondamente la vita sociale del club; non ne avrebbero saputo nulla se io non lo avessi segnalato. Ho scritto pubblicamente questo post perché mi sono accorto di questo fatto e mi sono reso conto che l’unico modo efficace per lanciare questo allarme era il mio blog. E infatti così è stato.
    Sul fatto che siano “consultabili”, il problema è che il procedimento di consultazione è talmente macchinoso (ricordo che alcuni soci da tempo chiedono estratti e non ricevono risposta) e la semplice lunghezza e quantità dei verbali rende impraticabile la consultazione. In pratica, è come se non fossero consultabili.
    Non solo: anche se fossero consultabili, trovo preoccupante che una decisione vitale come quella clausola di penale sia di fatto sepolta in mezzo a mille altre decisioni. Non basta dire “beh l’abbiamo pubblicata sulla bacheca su Alpha Centauri, se non l’avete letta il problema è vostro (semi-cit.)”. Quella decisione andava discussa con i soci, annunciata esplicitamente e messa bene in evidenza, visto che ne va della sussistenza del club.
  • “per segnalare qualcosa ai soci dello STIC esistono canali più specifici, ottimizzati e dedicati, che non implicano il discredito pubblico al di fuori del club, dove peraltro chi non è socio non conosce i dettagli, né ha titolo per chiedere chiarimenti.”
    Questi canali non funzionano. La stessa Gabriella Cordone Lisiero, nel gruppo Facebook dedicato ai soci, fa osservazioni analoghe. Del resto, tu stessa sai bene che la comunicazione di questi canali è inadeguata, perché ho scritto anche a te chiedendo lumi su questa clausola per sapere se esisteva davvero, e la tua risposta era stata eloquente (nostra conversazione su Telegram del 4 ottobre).
  • “Gli accordi originali prevedevano la divisione delle perdite al 50% tra il club e il mio negozio, una clausola che avrebbe potuto gravare pesantemente sul club in caso di difficoltà economiche.”
    Ecco, a proposito di trasparenza e difficoltà di comunicazione, da anni sento parlare di questi accordi ma non ho mai trovato nessuno che mi sapesse dire dove fossero stati verbalizzati.
  • “È stata introdotta una penale bilaterale, valida solo in caso di recesso anticipato da parte di una delle due parti, e l’accordo è limitato a cinque anni, al termine dei quali può essere rinegoziato o non rinnovato.”
    Grazie di aver reso pubblici questi dettagli: questo mi permette di entrare qui nel merito.
    La penale in questione è altissima rispetto alle risorse economiche del club: equivale a svariati anni di bilancio. Di fatto, è insostenibile, e il club non potrebbe mai ripagarla. Pertanto non costituisce alcuna garanzia per il tuo negozio. E quindi la mia definizione di “clausola capestro” non è un’iperbole ma corrisponde ai fatti.
    Le mie domande di fondo sono queste:
    1. Esattamente perché è stata introdotta questa penale?
    2. Come mai si è sentito il bisogno di introdurla adesso e non in tutti gli anni precedenti?
    3. Qual è il beneficio, per il club, di questa clausola che di fatto limita la libertà del club?
  • “non hai rettificato o aggiornato il tuo post su questa questione”.
    L’ho fatto adesso, grazie anche alle precisazioni fattemi da altre fonti e dal presidente dello STIC-AL.
  • “l’intenzione di congedare Ultimo Avamposto esiste, almeno da parte tua, e siamo certi che non solo tua”.
    Assolutamente no. La mia frase intendeva ricordare che per anni si sono fatte le convention dello STIC senza ospiti (Arona, per citarne una) e ci siamo divertiti lo stesso; anche oggi ci sono molte persone che vengono alle convention senza alcun interesse per gli ospiti.
    La mia speranza è semplicemente che si riportino i rapporti a una collaborazione alla pari, che non vincoli la vita del club come fa invece adesso (e come questa clausola vuole fare ancora di più). Il tuo negozio, che per correttezza avevo evitato di nominare, dovrebbe essere secondo me un elemento esterno al club, senza cariche all’interno del club come è invece adesso, per separare le attività commerciali da quelle sociali. Tutto qui.
    Il problema di fondo, infatti, è che il Comitato Organizzatore della Starcon (convention commerciale) e il Direttivo dello STIC (club non commerciale) sono composti sostanzialmente dalle stesse persone. Questo è un evidente conflitto di interessi, dal quale è nata la crisi attuale.
  • “Parlare di sostituire chi si occupa dell’organizzazione è facile, ma nella pratica non sono molti disposti a rischiare somme così elevate […] cifre considerevoli senza alcuna garanzia di ritorno.”
    Perdonami ma parti da un assunto economicamente sbagliato. In una gestione prudente e corretta, si investe la cifra che si ha ragionevoli speranze di poter far rientrare. Quindi si invitano gli ospiti a misura di budget, in modo che la garanzia di ritorno ci sia, invece di scegliere ospiti talmente costosi che non c’è speranza concreta di coprire le spese con l’affluenza di pubblico prevedibile. È quello che facciamo alla Sci-Fi Universe: invitiamo chi ci possiamo permettere. Per la prossima edizione (18-19 gennaio 2025, a Peschiera del Garda), avremo Tony Amendola di Stargate per la fantascienza, il CICAP e Luca Perri per la scienza, e molti altri ospiti, come Simone Jovenitti, Luca Gatta e Dario Kubler (per citarne giusto alcuni).
    Il fatto, che tu stessa citi, che nel corso degli anni si sono accumulate perdite per 27.000 euro non deve essere motivo di ostentazione di sacrifici: è sintomo di una gestione che sistematicamente fa il passo più lungo della gamba.
  • “quale alternativa proponi? Dobbiamo tutti andare alla Sci-Fi Universe? La verità è che non ci sono guadagni certi, ma solo rischi potenziali. Il Comitato Organizzatore della SFU è disposto a impegnarsi, davanti a tutti i soci, a investire oltre 100.000 euro di tasca propria per garantire una Sticcon di pari livello a quelle precedenti?”
    Voglio sperare che questa frase sia un’iperbole, perché se davvero il tuo negozio sta pensando di investire 100.000 euro per una convention in una sede che ha solo 300 posti (diciamo 600 considerando due giorni di presenze), significa che il biglietto d’ingresso dovrebbe ammontare a 170 euro a persona soltanto per chiudere in pareggio e soltanto in caso di tutto esaurito. Questo mi sembra un perfetto esempio di gestione non oculata delle risorse, scollegata dalla realtà, che diventa un danno per il club.
  • “quale alternativa proponi? Dobbiamo tutti andare alla Sci-Fi Universe?”
    Beh, perché no? Una cosa non esclude l’altra, in fin dei conti; tanti soci vanno per esempio a Lucca Comics, alla Fedcon, alla Deepcon e anche alla Starcon [per chi ci legge: Starcon è la convention organizzata dal negozio in questione]. Noi con 35 euro a testa offriamo due giorni di conferenze, workshop e ospiti, ma soprattutto tanto divertimento, perché non abbiamo esigenze commerciali a cui pensare. E chiudiamo in pareggio.
  • “Questo dubbio sull’esistenza degli accordi è difficile da comprendere, considerando che gli stessi sono stati sempre discussi in modo trasparente, da sempre, con tutti i membri del direttivo coinvolti e sempre resi noti ai soci attraverso le pubblicazioni sull’ISTM.”
    Benissimo. Allora chiedo anche pubblicamente dove si possono leggere di preciso questi accordi, perché finora nessuno è riuscito a indicarmi dove esattamente sono stati messi a verbale. Un lungo elenco di numeri della rivista interna del club non è una risposta adeguata: è un altro “sono qui nel mucchio, vatteli a cercare”. Questa non è trasparenza: è muro di gomma. I verbali sono digitalizzati? È possibile fare ricerche di testo al loro interno? Come si fa? Tutte domande alle quali si potrebbe rispondere facilmente con un “ecco, gli accordi sono pubblicati in questo numero e quest’altro, e i testi degli accordi sono i seguenti” rispettando la riservatezza. Se qualcuno me li fornisce, la questione si chiarisce una volta per tutte. Non mi sembra una richiesta irragionevole.
  • “Ti avevo detto chiaramente che non lo avevo letto perché non lo possedevo, che mi fidavo del direttivo e che, se avevi dei dubbi su qualcosa di importante, avresti dovuto cercare ulteriori informazioni da chi aveva preso quella decisione. Lo hai fatto?”
    Non c’era motivo di farlo. All’epoca, quando te ne ho scritto, era semplicemente una diceria fra le tante, ed era talmente incredibile che mi sembrava impossibile che fosse reale (da qui la mia domanda informale e incredula a te, come ben ricorderai); è diventata importante quando ho visto che era diventata realtà pubblicata e sottoscritta.
  • “Non so cosa altro dovrei fare per garantire trasparenza e correttezza al club.”
    Io avrei un suggerimento: verificare che il Direttivo faccia quello che gli chiedono i soci, che hanno espressamente votato in assemblea il 18 maggio per far partecipare (a costo zero) lo STIC alla Sci-Fi Universe. Il Direttivo ha deciso esattamente il contrario, andando completamente contro il volere dell’assemblea dei soci, con una giustificazione ridicola e imbarazzante (che è nel verbale). La cosa è stata talmente grave che i soci hanno anche avviato una petizione; anche questa è stata ignorata dal Direttivo.
    È questo che intendo per sudditanza dei soci. Da statuto, il Direttivo è tenuto a rimettersi alle decisioni prese dall’assemblea dei soci, non a ignorarle o peggio ancora fare l’esatto contrario. Sarebbe questo il modo del Direttivo attuale di fare il bene del club?

In conclusione, vorrei ricordare a tutti che lo STIC non è un giocattolo da contendersi o da possedere, per nessuno. È un club storico per la fantascienza italiana, la cui importanza è stata riconosciuta a livello nazionale e internazionale (e quindi parlarne rientra nel diritto di cronaca). Se c’è qualcuno che lo possiede, sono i suoi soci. Se lo STIC ha un’anima, risiede in Gabriella Cordone Lisiero e in nessun altro. Ogni pretesa di un singolo di controllarlo, imbavagliarlo, sottoporlo a penale, legarlo a doppio filo con accordi interminabili e insostenibili si scontra con questo fatto. E non fa il bene del club, che è l’unica cosa che conta.