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Quando Star Wars fa politica. E la fa stupendamente

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There will be times when the struggle seems impossible. I know this already. Alone, unsure, dwarfed by the scale of the enemy.

Remember this. Freedom is a pure idea. It occurs spontaneously and without instruction. Random acts of insurrection are occurring constantly throughout the galaxy. There are whole armies, battalions that have no idea that they’ve already enlisted in the cause.

Remember that the frontier of the Rebellion is… everywhere. And even the smallest act of insurrection pushes our lines forward.

And then remember this: the Imperial need for control is so desperate because it is so unnatural. Tyranny requires constant effort. It breaks, it leaks. Authority is brittle. Oppression is the mask of fear.

Remember that. And know this, the day will come when all these skirmishes and battles, these moments of defiance will have flooded the banks of the Empires’s authority and then there will be one too many. One single thing will break the siege.

Remember this: Try.

In italiano (traduzione mia):

Ci saranno momenti in cui la lotta sembrerà impossibile. Di questo sono già certo. Soli, incerti, ridotti a formiche dall’immensità del nemico.

Ricordate questo: la libertà è un’idea pura. Si manifesta spontaneamente, e senza imposizioni. In tutta la Galassia stanno avvenendo costantemente atti casuali di insurrezione. Ci sono interi eserciti e battaglioni che non hanno idea di essersi già arruolati per la causa.

Ricordate che la frontiera della Ribellione è… ovunque. E anche il più piccolo atto di insurrezione spinge più avanti le nostre linee.

E ricordate questo: il bisogno di controllo dell’Impero è così disperato perché è così innaturale. La tirannia richiede uno sforzo costante. Tende a rompersi, a perdere la propria tenuta stagna. L‘autorità è fragile. L’oppressione è la maschera della paura.

Ricordatevelo. E sappiate questo: verrà il giorno in cui tutte queste schermaglie e battaglie, questi momenti di rivolta, romperanno gli argini dell’autorità dell’Impero e poi, a un certo punto, ce ne sarà uno di troppo. Un singolo evento spezzerà l’assedio.

Ricordatevi questo: tentate.

Sono parole tratte dal Manifesto di Karis Nemik, uno dei documenti ispiratori della ribellione, citato in Star Wars: Andor. Non avrei mai immaginato di sentire parole così eterne, attuali e profonde, recitate stupendamente, in una saga come quella di George Lucas, le cui allusioni politiche sono sempre state coperte dal fragore di spade laser e astronavi.

Sì, Lucas ha dichiarato che i Ribelli nello Star Wars originale del 1977 erano i Vietcong e l’Impero rappresentava gli USA, ma gli americani non l’hanno mica capito (e s’è visto e ne stiamo pagando tutti le conseguenze), e c’è voluto Andor per portare in primo piano questi temi. Queste parole sono della prima stagione, datata 2022; la seconda stagione, uscita da poco, contiene altri esempi di strepitoso talento di scrittura.

Mi ha sorpreso molto scoprire che la versione italiana di questo discorso ne cambia drasticamente il finale: al posto di try (provare, tentare), per motivi che non riesco a immaginare, è stato scelto ribellatevi (video qui). È una differenza cruciale che cambia il tono di tutto quello che precede.

Infatti il manifesto dei Ribelli non invita a ribellarsi apertamente a un oppressore, cosa che molti, in qualunque oppressione, non possono fare perché il prezzo sarebbe la vita e la repressione immediata, ma di tentare una resistenza diffusa, logorante, strisciante, onnipresente, un sabotaggio sottile ma invisibile, annidato nei piccoli gesti di tutti i giorni, praticato da masse talmente numerose da sfuggire a qualunque controllo. Invece di scagliarsi di petto contro il carro armato del potere e fare gli eroi invano, è meglio diventare sabbia che ne corrode i cingoli, fino a che si spezzano.

Tentiamo.