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FAQ: Perché non fai un’indagine su…?

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(Risposta tratta da questo post del 2018, aggiornato nel 2022, su Disinformatico.info)

Ricevo tante richieste di indagini antibufala. Molte sono garbate, ma ogni tanto su Twitter arrivano i soliti diversamente intelligenti che esigono che io faccia un’indagine antibufala su qualche argomento, di solito di politica o economia italiana, che a loro sta disperatamente a cuore.

Partono subito lancia in resta lamentandosi che io non abbia già indagato e mi accusano di essere di parte, o al soldo dei poteri forti, perché non ho fatto spontaneamente quell’indagine.

A questi instancabili reclamatori del lavoro altrui rispondo spesso così:

No. Non funziona così. Tu pagare me, io fare quello che tu volere. Tu no pagare me, io fare quello che volere io. 

Parole semplici, sintassi elementare, per venire incontro alle capacità mentali del leone da tastiera del giorno.

Quello che a quanto pare non è chiaro a molti di questi guerrieri dei social (e anche ad alcuni vicedirettori di giornale (copia permanente)) è che il debunking per me è sempre stata una passione, non un lavoro retribuito. Sono rarissimi i casi in cui qualcuno mi ha commissionato un’indagine pagandomela.

Quindi vorrei chiarire a tutti, garbati o meno, che

  • faccio debunking nel mio poco tempo libero
  • lo faccio perché mi piace farlo 
  • lo faccio perché mi intriga e mi appassiona scoprire come stanno i fatti
  • lo faccio perché mi piace scrivere e raccontare quello che ho scoperto
  • e lo faccio, quando posso, perché credo che sia un dovere civico, per chi come me ha la fortuna di avere la passione e le risorse necessarie, condividere pubblicamente i risultati di queste indagini e magari aiutare qualcuno. 

Tutto qui. Il tempo che ho non è infinito, le richieste sono tante, e non sempre posso interrompere il mio lavoro retribuito per fare indagini gratuite.

Di conseguenza, siccome non mi paga nessuno per fare debunking, decido io quello che mi va di indagare e lo faccio se e quando ho tempo di farlo, dopo che ho finito il mio lavoro retribuito. Se un argomento non mi interessa, non indago. Semplice. L’unico potere forte che decide su cosa indago o non indago è la mia curiosità (o la mia noia).

Quindi non chiedetemi di indagare su argomenti pallosissimi come la politica italiana, le teorie economiche di Bagnai, l’ennesimo delirio degli antivaccinisti vecchi e nuovi, il signoraggio o il “piano Kalergi”: non lo farò, appunto perché sono di una noia mortale e sono una particolare forma di onanismo mentale nella quale non ho alcuna intenzione di investire il mio poco tempo libero. Non insistete. No. Grazie. No. Davvero. No.

Inoltre vorrei ricordare che né io né i miei colleghi debunker abbiamo il monopolio sulle indagini antibufala. Se un argomento vi interessa, potete indagare voi stessi oppure chiedere anche ad altri di farlo. Esiste una professione che fa proprio questo, e lo fa dietro retribuzione: si chiama giornalismo.

–––

Scrivo di getto questo post, e lo aggiorno man mano, perché così potrò linkarlo la prossima volta che arriverà l’ennesimo condottiero delle mosche e perché ieri (28 luglio 2018) ho ricevuto una richiesta di questo genere un po’ diversa. Da una nota emittente radiofonica nazionale regionale italiana mi è arrivata questa mail. Ho asteriscato le parti più imbarazzanti.

Buongiorno Paolo,
sono 
[nome], giornalista di [nota emittente].
Da settembre partirà il nostro magazine quotidiano del mattino in una versione rinnovata, all’interno della quale pensavo di inserire delle finestre sul mondo del web.
Ti andrebbe di regalarci un tuo intervento a settimana sull’argomento?

Fammi sapere se la cosa può interessarti

Buona giornata
[nome]

Ho risposto così:

Ciao [nome],

grazie dell’invito, ma cosa intendi per “regalarci”? Senza compenso?

Ciao,

Paolo

Dalla Nota Emittente Radiofonica mi è arrivata prontamente la laconica conferma del mio dubbio:

Purtroppo si.

Ho risposto come segue, e intendo rispondere allo stesso modo a qualunque altra azienda a scopo di lucro che mi chieda di lavorare gratis, ”per la visibilità”:

Ciao [nome],

purtroppo nonostante lo stipendio che mi passa la CIA per screditare i complottisti e anche tenendo conto dei finanziamenti occulti che mi arrivano dai Rettiliani, non posso ancora permettermi di regalare il mio lavoro: le rate del leasing sul mio aereo per spargere scie chimiche sono alte e il prezzo del carburante va sempre più su. Non hai idea di quanto costino oggi gli additivi per il controllo mentale.

Ho provato a chiedere al mio idraulico di lavorare senza compenso, ma non ha apprezzato. Quel gretto materialista ha chiesto di essere pagato!

Seriamente parlando: spero che capirai che non posso accettare proposte di lavorare gratis. Niente di personale, ma detto fra noi trovo piuttosto assurdo che un’azienda chieda a un professionista di lavorare senza essere retribuito.

Ciao,

Paolo

Non è la prima volta che vi racconto le “offerte di lavoro” che mi arrivano e cito in proposito il video L’Uomo Visibile, ma credo che meriti sempre ricordarlo per sottolineare, con un sorriso amaro, questo malcostume così dannatamente diffuso.