Lo dico subito: non ho un editore e non sso nemmeno da che parte si comincia a fare il “raccomandatore”.
Posso proporre solo una cosa: esaminate i libri analoghi pubblicati dall’editore che vi interessa e guardate cosa è già stato scritto. Poi redigete un “manifesto” del vostro progetto (scaletta dei capitoli, tema centrale del libro, a chi è destinato, qual è il livello tecnico, quali sono i sistemi operativi trattati, eccetera), aggiungeteci un vostro curriculum (esperienze precedenti, in particolare nel settore informatico e/o letterario).
Preparate un capitolo dimostrativo e mettetelo online, in modo che chiunque (non soltanto un editore) possa valutare il vostro stile, la vostra forma italiana (attenti alle regole tipografiche) e la vostra tecnica di spiegazione.
Infine prendete il tutto e mandatelo all’editore. Su carta, non via e-mail, con una bella presentazione grafica: ma non mandate interi manoscritti non richiesti. Vengono cestinati direttamente. Non per cattiveria, ma sapeste quanti manoscritti inondano gli uffici delle case editrici…
E poi tenete le dita incrociate!
È molto difficile farsi pubblicare se non si è già conosciuti (al pubblico o dall’editore) per qualche motivo. Un curriculum come giornalista o come traduttore d’informatica (è il mio caso) è quasi indispensabile.
Quanto ci si guadagna? Non tanto. Un buon libro d’informatica vende diecimila copie nei casi più felici. I diritti d’autore ammontano al 10-12% del prezzo di copertina se siete bravi a contrattare, altrimenti la media è il 6-8%. Il conto è presto fatto: in Italia, scrivendo libri d’informatica si può arrotondare uno stipendio, ma difficilmente si vive di rendita.
Quali case editrici contattare? Non chiedetemi consigli in questo campo: l’unica è farle passare tutte. In ogni caso, fatevi fare sempre un contratto scritto.
Se c’è altro che volete disperatamente sapere, scrivetemi a paolo.attivissimo@gmail.com e cercherò di rispondervi.